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Opinioni 11:55 | 07/04/2020 - Rimini

"Servono aiuti concreti dal Comune. Il primo? La riduzione della Tari"

Una misura concreta che il Comune di Rimini, come tutti gli Comuni, può mettere in atto per il comparto alberghiero e per le attività che hanno chiuso, (ristoranti, pub, pizzerie etc), temporaneamente per le ordinanze e decreti per il Covid-19, è quello della riduzione del tributo Tari, (Tassa Rifiuti). Perché questo possa avvenire deve essere modificato il regolamento comunale, e questo deve avvenire prima dell’approvazione del Bilancio di previsione, che anche quest’anno è fissato al 30 Aprile. Infatti nei regolamenti comunali non sono indicati riduzioni/esenzioni per calamità di questa portata. Non basta inserire la norma regolamentaria, che può avere efficacia temporale, vi è anche la formazione delle tariffe che dovranno tener conto di un mancato gettito e che dovrà essere tenuto in debita considerazione. La norma prevede che per esenzioni e/o riduzioni, che si applicano devono essere trovati altri fondi diversi a copertura, per capirci se un ente concede da regolamento delle esenzioni e/o riduzioni, non può aumentare le tariffe agli altri utenti, (qualcuno lo fa, con artifizi contabili).
Dove reperire allora queste somme visto che i bilanci comunali sono sempre tirati all’osso?
- Una soluzione che a mio parere, può essere perseguibile è quella di utilizzare i dividenti di Hera (35 milioni) per quei Comuni che hanno azioni di Hera;
- Altra soluzione perseguibile, per quei comuni che non hanno azioni, è quella di utilizzare gli avanzi di ammistrazione, che in buona sostanza sono denari messi a bilancio che dovevano essere spesi nell’esercizio precedente e che l’ente non ha speso;
- Oppure per quei comuni che non hanno avanzi di ammistrazione, azioni Hera attingere al fondo di riserva che in tempi migliori potrà essere rimpinguato.
Queste le soluzioni, ma cosa si può fare?
Concretamente, spostare il pagamento della tassazione piena serve a poco, se non incasso che ti pago? Si può prevedere una riduzione in percentuale sull'intero importo, ma c’è la variabile
“percentuale”, visto che deve essere legata al tempo di effettiva chiusura, d'altronde, se non conferisco rifiuti che servizio mi dai?
Qualcuno potrebbe obbiettare che la norma in vigore parla di “potenzialità di produzione e non di effettiva produzione dei rifiuti”, giusto ma in questo caso si può andare in deroga per il periodo di emergenza, dichiarato dal governo a gennaio e che, mi ripeto, riguarda l’intera nazione e non una porzione di territorio.
La soluzione ottimale a mio parere è quella di calcolare le tariffe secondo i costi che Hera comunica, elaborarle normalmente e successivamente,  previa presentazione di una domanda con relative verifiche, concedere una riduzione prendendo l’importo totale della bolletta, dividendolo per 365 giorni e moltiplicare il risultato per i giorni di effettiva chiusura.
Come verificare il periodo di chiusura? Semplice chiedendo all’A.E. l’ultimo scontrino o fattura emessa da quell’esercizio e il primo scontrino o fattura emesso alla riapertura dell’esercizio.
Escludo da questo gli uffici, banche e ogni altra categoria che non siano stati obbligati alla chiusura. Questo per le imprese, per i cittadini sia a livello comunale che regionale, si può prevedere l’esenzione del pagamento Irpef per quei redditi che non superano i 30.000 euro anche questo può essere tranquillamente fatto.
Oggi serve un aiuto concreto in una situazione fuori ordinaria amministrazione e di emergenza nazionale.
Chiaramente tutto è maggiormente perfezionabile.
Leonardo Carmine Pistillo