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Opinioni 16:01 | 31/07/2019 - Dall'Italia

“Forza, Panino!”, per la Cassazione a scuola è lui lo zimbello

Credo sia questo veramente il caso di scomodare Elio e le Storie Tese e la loro “Tapparella”. “Forza, Panino!”, perché le Sezioni Unite della Cassazione hanno deciso che non esiste un “diritto soggettivo” a mangiare un panino portato da casa nell’orario della mensa e nei locali scolastici. Quindi, se non ho capito male, la Corte Suprema ha violato il diritto del panino ad essere gustato in qualsivoglia luogo educativo per adempiere a doveri di solidarietà sociale. Ma “Cristo, perché?”. Evidentemente ha colto quell’intrisa forza
sociale che il panino ha ed ha deciso così di rilegarlo ufficialmente ed esclusivamente nelle feste delle medie, quando temporeggi, bevendo spuma. Che poi magari scatta pure il gioco della bottiglia. E a scuola non va bene, dai. E poi è chiaro che i giudici hanno dovuto verbalizzare in termini giuridici il fatto che il “portare il panino da casa” possa comportare “una possibile violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione”, ricordandoci che “l’istituzione scolastica non è un luogo dove si esercitano liberamente i
diritti individuali degli alunni, né il rapporto con l’utenza è connotato in termini meramente negoziali”.
Ma la verità è che il mantra per i ragazzi “Non consumerò, non deglutirò questo amarissimo panino” è utile per la Corte visto che si è resa conto che la scuola italiana ha molti amici, ma anche molti nemici, anche Panino. Lo zimbello, lui. Studenti, va beh, il panino ve lo mangerete a casa e se serve la Cassazione vi porterà i dischi, così potete ballare i lenti. (Risposta degli studenti alla Cassazione: “Si va beh, però poi balliamo, non ci rompere i...” ).

Stefania Bozzo