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Opinioni 14:23 | 28/05/2019 - Dall'Italia

“Il traditore” al cinema, “con poco di barba negra con ciglia grosse et occhio negro”

Marco Bellocchio, regista magistrale de “Il traditore” (unico film italiano presentato al 72° Festival di Cannes) è riuscito a mostrarci la realtà di Cosa Nostra senza cedere alla tentazione di far diventare Tommaso Buscetta una icona. Svelando la fragilità umana, i retroscena, i riflessi psicologici contrastanti che entrano in quella forbice che va dall’ignoranza alla scaltrezza, egli fotografa il primo pentito di mafia delle pagine più buie della nostra storia come un artista intento a mostrare la realtà per quella che è. Un film
caravaggesco, non su presa diretta, ma basato sull’ossessiva indagine storica e sull’immersione totale nell’esistenza dei suoi personaggi. E in questo Bellocchio ha superato anche Caravaggio; è entrato in una storia non propriamente sua senza cedere alla trappola cinematografica della dissacrazione o dell’esaltazione. Si coglie la fascinazione del male, ma non ti travolge. Niente di Cosa Nostra ti assorbe, rimane la constatazione della miseria umana, ombre che riesci a distanziare. L’unico chiaroscuro si modella col scintillio di luce vera che arriva quando si respira l’intelligenza e l’onestà intellettuale di Giovanni Falcone. Negli incontri tra Buscetta e il magistrato il dipinto è perfetto, tanto veritiero da riuscire a percepire l’odore delle sigarette fumanti che si mischia a quello stantio impresso nella stanza. I personaggi sembrano cercare quell’odore, per annullare quello della morte. E di riflesso lo cerchi anche tu. Tommaso Buscetta, interpretato da un incredibilmente talentuoso Pierfrancesco Favino, è un traditore per sopravvivenza e per difesa del proprio passato. E quindi tradisce per lealtà. E in questa forbice tra lealtà e tradimento si coglie l’energia brutale che si impregna nella miseria umana. Riusciamo a vederla, come in un quadro del Merisi. E riguardando uno dei tanti volti del Buscetta-Favino, “con poco di barba negra, con ciglia grosse et occhio negro” (Luca quondam Marci Romanus, barbiere di S. Agostino, descrizione del pittore), il pentito sembra proprio l’icona di Caravaggio.

Stefania Bozzo