"Ci sono momenti nei quali le associazioni di categoria riescono a superare differenze e protagonismi, per ritrovarsi insieme e condurre nell’interesse di tutti le azioni utili a tutelare gli associati. Per gli operatori balneari questo è uno di quei momenti. Stiamo lavorando tutti insieme per rappresentare al Governo ciò che pensiamo utile a salvaguardare le imprese che da qui a poco tempo dovranno affrontare le evidenze pubbliche per assegnare le concessioni. Stiamo dicendo al Governo che entro la fine del 2023 è impossibile arrivare a questo risultato. Va fatta una legge che guardi alla tutela di una componente primaria dell’offerta turistica; vanno poi messe le amministrazioni nelle condizioni di indire i bandi. Faccio solo l’esempio di Rimini, che dovrebbe affrontare bandi per 450 concessioni. Secondo noi due anni non basteranno a fare la legge e rispettare il termine del 2023 del Consiglio di Stato, che va ricondotto alla realtà. Mentre lavoriamo su questi obiettivi, leggiamo le dichiarazioni di esponenti del nostro mondo che invece invitano a tirare dritto. È proprio qui la differenza fra chi lavora nell’interesse di tutti e chi viaggia solitario con le coordinate dell’opportunismo spicciolo. Ci sono alcune situazioni sull’arenile che potrebbero rendere comprensibile questa posizione. C’è chi ha certezza del proprio futuro, perché ha concessione su suolo privato e non ha problemi, al contrario della stragrande maggioranza degli altri operatori balneari che rischia la propria impresa. Ma compito dei dirigenti sindacati nazionali è tenere tutti insieme e garantire un iter che tenga unito tutto il mondo balneare".
Mauro Vanni presidente Confartigianato imprese demaniali