“Certo, la competizione dipende dal valore dei dossier, e deciderà la giuria. Ma sentiamo la vicinanza di tanti parlamentari amici dell’Aquila e anche del ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Abbiamo carte importanti da giocarci a Roma”. Queste, testuali, le parole del senatore abruzzese di FDI, Guido Qurino Liris, all'indomani delle audizioni delle città finaliste a Capitale Cultura 2026. Al di là di come la si pensi, credo che queste frasi non solo siano figlie della peggiore politica, cioè quella che premia gli 'amici' piuttosto che le competenze, ma soprattutto siano un'offesa alla stessa città di L'Aquila, al riconoscimento stesso del premio, alle città che sono alle audizioni finali, al Paese intero.
Che poi non si abbia ormai neanche il pudore di tacere almeno in pubblico, anzi farne un vanto magari in coincidenza delle prossime elezioni di domenica in Abruzzo, più che un cattivo pensiero risulta un fatto evidente. Il centrodestra in difficoltà promette autostrade (la Roma-Pescara) e premi (Capitale della cultura, “abbiamo gli amici a Roma”). Tutte e 10 le città finaliste meritano un plauso per il loro impegno. Creare il sospetto che, come nel romanzo di Orwell, qualcuno sia 'più uguale degli altri' per motivi di vicinanza politica fa un pessimo servizio a tutti.
L’Italia intera e “La capitale italiana della cultura “non hanno bisogno, per sostenere e promuovere i propri tesori culturali artistici paesaggistici e umani di una politica che riporta il Paese a quegli anni in cui qualcuno prometteva una scarpa destra prima del voto e quella sinistra dopo lo stesso e cioè il “se mi voti ti do un premio”. Questa bassezza e questa miseria sono davvero una cosa da piccolo Paese . Il Ministro Sangiuiliano chiarisca eintervenga per ridare senso e credibilità”. Così il deputato Dem Andrea Gnassi sull’intervento del senatore abruzzese di FDI, Guido Qurino Liris, all'indomani delle audizioni delle città finaliste a Capitale Cultura 2026