Il Referendum del 20-21 settembre si avvicina, la maggior parte dei partiti politici non prende una decisione netta e i singoli rappresentanti si iniziano a schierare.
Giorgia Bellucci consigliere comunale e coordinatrice di Italia Viva: “Sono favorevole alla riduzione del taglio dei parlamentari ma voterò convintamente No al referendum, perché questo è solo uno spot, non c’è nessuna riforma per risolvere i problemi strutturali del Parlamento”.
Questo referendum secondo la Bellucci deve essere bocciato ma subito dopo rilancia: “Dobbiamo rimetterci a lavorare per migliorare il nostro sistema istituzionale nel complesso: cosa vogliamo fare delle province oggi enti di secondo livello? Ha ancora senso avere 20 regioni?”. Sono solo alcune delle domande che si pone e su cui vuole lavorare. “Dobbiamo affrontare una riforma complessiva non a compartimenti stagni che non risolve nulla ma crea ulteriori problemi e inefficienze. Sono almeno quattro i motivi per cui votare no – sottolinea la consigliera – abbiamo bisogno di un Parlamento efficiente e quindi è necessario abolire il bicameralismo perfetto, abbiamo bisogno di buona politica, di una classe dirigente preparata, formata e con il taglio dei parlamentari rischiamo che si avvantaggino solo i fedelissimi dei vari leader a svantaggio dei competenti, abbiamo bisogno di Parlamentari attenti ai territori per far arrivare a Roma i problemi locali e con questo taglio alcune parti d’Italia rimarranno sotto rappresentate. L’unico motivo per cui è nato questo referendum è legato ai risparmi della politica, non è neanche sostenibile questa tesi, i risparmi saranno insignificanti (0,007% della spesa pubblica) 1€ all’anno a cittadino. I costi della politica vanno ridotti partendo dagli sprechi nella Pubblica Amministrazione e riducendo gli enti inutili, non facendo tagli con l’accetta a chi ci rappresenta”.
Il Segretario nazionale del PD si schiera per il Si, accelerando sulla legge elettorale per mettere dei correttivi ma la coordinatrice Bellucci replica: “Le priorità nel paese adesso sono altre rispetto alla legge elettorale: il lavoro e la scuola per esempio, poi una riforma costituzionale non può essere messa a posto con una legge ordinaria che può cambiare ogni anno. La Politica – conclude – deve ritrovare la propria dignità, deve ritornare a rappresentare i cittadini con competenza, responsabilità e ascolto nell’interesse del bene comune”.