Infortuni, malattie professionali e ammortizzatori sociali alle stelle. I dati confermano che nell’economia riminese il lavoro resta un fattore critico sul quale mancano politiche adeguate
Salute e sicurezza sul lavoro: il punto in provincia di Rimini nei primi cinque mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023
Secondo i dati INAIL rielaborati dall’ Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali, curato da Carlo Fontani per CGIL e Patronato INCA Emilia-Romagna, nel territorio riminese si riscontra un aumento di morti per causa di lavoro del 12,8% con 5 infortuni mortali. Aumentano del 6,3% gli infortuni sul lavoro, con 2.019 denunce.
In generale la fascia di età dove si è concentrata la maggior parte degli infortuni è stata quella 41-65 anni. Il settore che in provincia di Rimini conta il maggior numero di infortuni è quello della sanità e del sociale (10% sul totale) che supera l’edilizia (con il 9,3% del totale).
Per quanto riguarda le malattie professionali il dato a maggio 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, conta già 201 denunce. Si tratta in questo caso di un nuovo aumento del 20,4%. Il dato conferma infatti il forte aumento già registrato ad aprile 2024, rilevato anche dal patronato INCA CGIL Rimini.
L’utilizzo di Cassa integrazione aumenta continuamente, senza destare particolari preoccupazioni
Prosegue senza sosta in provincia di Rimini l’esplosione di Casse integrazioni, nei primi cinque mesi del 2024 con il +134,6% rispetto allo stesso periodo del 2023. Nel 2024 siamo già a 3.387.011 ore di cassa integrazione utilizzata in provincia di Rimini; uno dei peggiori dati provinciali nella serie storica 2011-2024, al netto della “parentesi” Covid-19.
Un contesto socio economico da non sottovalutare e sul quale serve agire concretamente
Le gravi problematiche di salute, sicurezza sul lavoro e le crisi aziendali nella provincia di Rimini imporrebbero l'urgenza di adottare misure concrete per affrontarle.
È fondamentale che il Tavolo provinciale su Legalità e Salute e Sicurezza arrivi a un accordo che impegni sia i soggetti pubblici che privati a non ricorrere ad appalti e subappalti al massimo ribasso. È essenziale che il committente diventi responsabile della salute e sicurezza lungo la filiera degli appalti, come richiesto da CGIL, poiché solo così si possono stabile giuste responsabilità e garantire la protezione dei lavoratori. Vi è inoltre la necessità di potenziare gli organismi di vigilanza. Le misure previste dal Decreto-legge n.19 del 2024 per l'ampliamento degli organici della vigilanza sono insufficienti rispetto ai reali fabbisogni, come evidenziato anche dalle rappresentanze sindacali degli ispettorati del lavoro. È indispensabile migliorare il coordinamento delle attività ispettive e creare un sistema integrato di programmazione e utilizzo delle banche dati. Attualmente manca un collegamento tra le banche dati INPS, INAIL e le Camere di Commercio, con la convergenza di queste informazioni in un'unica banca dati accessibile a tutte le forze ispettive: questo è fondamentale per un’azione ispettiva efficace. Solo in questo modo si potranno verificare tempestivamente tutte le illegalità riscontrabili negli aspetti contributivi, assicurativi, di salute e sicurezza e fiscali. Il Decreto-legge n.19 del 2024 introduce la patente a crediti, ma le numerose deroghe previste riducono significativamente la sua efficacia nel proteggere i lavoratori e nel sanzionare le aziende scorrette. È necessario ripristinare strumenti efficaci come la sospensione dell’attività per le imprese non conformi.
Parallelamente, la questione degli ammortizzatori sociali richiede un approccio strategico per la ripresa economica, partendo dal consolidamento e dall'espansione delle attività manifatturiere provinciali, strettamente interconnesse con altri settori come quello artigiano, capaci di generare lavoro qualificato. Queste imprese devono affrontare le sfide delle transizioni energetiche, ambientali e digitali attraverso investimenti in ricerca e innovazione. Va sviluppata una strategia territoriale condivisa, ispirata dal Patto per il lavoro e il clima provinciale, che favorisca un sistema di relazioni industriali partecipato e una visione comune su come affrontare i problemi. Un tavolo permanente del sistema manifatturiero territoriale potrebbe essere la chiave per garantire buona occupazione, condividendo strumenti e azioni congiunte anche nei confronti del decisore pubblico.
Solo un approccio integrato, che promuova responsabilità sociale, investimenti in sicurezza e salute, e un forte sostegno agli organismi di vigilanza, può rompere questa spirale negativa, creando un contesto lavorativo più sicuro e favorendo una ripresa economica sostenibile.