"La Commissione Pari Opportunità del Comune di Riccione, organo di consulenza e proposta per le politiche di genere, è al centro di un forte dibattito politico. Come noto, l'amministrazione comunale di centrosinistra ha recentemente modificato il regolamento relativo alla composizione della Commissione, stabilendo che invece di due rappresentanti con pari diritti per ogni gruppo consiliare ve ne sarà solamente uno che porterà però voti "pesati", a seconda della consistenza numerica del gruppo stesso.Tuttavia, questa modifica ha suscitato la forte opposizione del gruppo consiliare di Fratelli d'Italia.
La precedente composizione della Commissione di cui fui anche Presidente, era basata sull'equa rappresentanza di tutti i gruppi consiliari, sia maggioranza che minoranza, scelta migliore per garantire la parità di opportunità, in quanto i diritti non dovrebbero mai essere decisi a maggioranza. La CPO è una commissione consultiva, serve a dare consigli e suggerimenti all'amministrazione e non ha senso che tali suggerimenti vengano dalla stessa maggioranza che amministra la Città. A cosa serve una maggioranza che dà consigli a se stessa?
La maggioranza di centrosinistra attuale, invece, sostiene che la modifica del regolamento sia stata necessaria per garantire una maggiore efficacia nella gestione delle politiche di genere. Politiche molto care ad alcuni e volte chiaramente all’inserimento delle teorie Gender anche nelle scuole, alle quali, e lo dico ben chiaro, come Fratelli d’Italia sono fortemente contraria e che non sarebbero mai state approvate col precedente regolamento. La sinistra si sente depositaria della verità e unico soggetto legittimato a parlare di diritti. Si definiscono "woke" dall'inglese "svegli", mentre noi saremmo addormentati e assopiti quando si parla di temi etici e di diritti e tra fluidità e gender, viene continuamente impartita agli italiani una lezione non richiesta in materia di sessualità. Queste cose a Riccione non devono accadere, anche se poi il PD quando esagera su questi temi generalmente perde le elezioni. Quindi visto che ci hanno messo in minoranza, il nostro contributo è inutile. Non avendo più voce in capitolo abbiamo preferito non nominare alcun rappresentante in seno alla CPO. Lo dobbiamo ai nostri elettori che si aspettano un gesto di protesta e alla Persona che avremmo voluto nominare che sarebbe stata mandata a portare un parere del quale a nessuno sarebbe interessato nulla. Restiamo fermi nelle nostre posizioni e faremo battaglie affinchè il Comune attui politiche utili nei confronti delle donne e di tutte le categorie che necessitano di una voce più forte. La voce ai più deboli noi la vogliamo dare, non zittirla a colpi di regolamento".
Beatriz Colombo