Superato in Italia il mezzo milione di firme, la campagna referendaria prosegue con ancora maggiore slancio. Sono stati sufficienti undici giorni per centrare l’obiettivo formale delle 500 mila firme in calce al quesito che chiede l’abrogazione netta e totale della Legge Calderoli che istituisce l’Autonomia differenziata, la spacca Italia. La campagna era partita solo il 20 luglio scorso con i primi banchetti e la possibilità di firmare online dal sito Internet https://referendumautonomiadifferenziata.com . Il Comitato, presieduto dal presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick, prosegue la raccolta firme, estendendo le modalità per sottoscrivere il quesito.
Dove firmare in provincia di Rimini
Da oggi è possibile firmare il quesito referendario in tutti i Comuni della provincia di Rimini, presso gli uffici elettorali.
Inoltre, gli italiani iscritti all’Anagrafe italiani residenti all’estero (AIRE) residenti a San Marino potranno firmare presso la sede dell’Ambasciata d’Italia a San Marino (viale Antonio Onofri, 117) dal 6 agosto al 19 settembre, ogni martedì e giovedì, dalle ore 10.00 alle ore 12.00. In questo caso, per poter firmare, è necessario essere iscritti all’AIRE, nelle liste elettorali e presentarsi in Ambasciata con un documento d’identità in corso di validità.
È infine possibile firmare al tavolo del comitato referendario tutti i mercoledì e sabato al mercato settimanale di Rimini in piazza Tre Martiri, dalle ore 9.30 alle ore 13.
Il referendum contro l’autonomia differenziata
Il Comitato di Coordinamento riminese è composto da: Acli, Anpi Provinciale, Anpi Sezione di Rimini, Arci, Auser, CGIL, Coordinamento per la democrazia costituzionale, Federconsumatori, Insieme, Libera, M5S, Pace Terra e Dignità, PD, Più Europa, PSI, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Sunia, Comitato ER contro ogni autonomia, UIL.
La Legge sull’autonomia differenziata va abrogata perché spaccherà l’Italia in tante piccole patrie, aumenterà i divari territoriali e peggiorerà le già insopportabili diseguaglianze sociali, a danno di tutta la collettività e, in particolare, di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani e donne.