“Abbiamo bisogno come il pane di una riforma della giustizia, è uno dei principali motivi di stallo di questo paese. Ma all’orizzonte c’è più giustizialismo che giustizia, dobbiamo invertire la rotta a tutela dei cittadini”, esordiscono Bellucci e Fabbrani i coordinatori di Italia Viva Rimini. Lunedì arriverà alla Camera la Proposta di legge di iniziativa popolare dell'UCPI sulla separazione delle carriere della magistratura. “Era ora – continuano – è un passaggio fondamentale per la credibilità del nostro paese. La separazione delle carriere e la riforma del CSM sono il primo passo. 70.000 cittadini, non la politica, hanno sottoscritto questa proposta di legge, non deludiamoli e non facciamoci sottomettere dalla corrente dei magistrati”.
Giovanni Falcone nel 1989, scriveva: "Comincia a farsi strada faticosamente la consapevolezza che la regolamentazione delle funzioni e della stessa carriera dei magistrati del pubblico ministero non può essere identica a quella dei magistrati giudicanti, diverse essendo le funzioni e, quindi, le attitudini, l'habitus mentale, le capacità professionali richieste per l'espletamento di compiti così diversi: investigatore a tutti gli effetti il pubblico ministero, arbitro della controversia il giudice. Su questa direttrice bisogna muoversi, accantonando lo spauracchio della dipendenza del pubblico ministero dall'esecutivo e della discrezionalità dell'azione penale che viene puntualmente sbandierato tutte le volte in cui si parla di differenziazione delle carriere".
“Come non essere d’accordo con il grande Magistrato Falcone – sottolineano i coordinatori – la separazione delle carriere ha la funzione di dividere la magistratura giudicante da quella requirente: c’è un confronto tra l’accusa, la difesa e un giudice terzo che giudicherà in base alle prove fornite. Quest’ultimo sarà imparziale solo se la carriera di chi accusa e chi giudica sarà separata. Inoltre, continuare a lasciare il PM e il giudice nel medesimo ordinamento non garantisce la necessaria imparzialità del secondo screditando l'efficienza e la giustizia del processo”.
Per i due coordinatori “La separazione delle carriere è condizione indispensabile per l'equilibrio di ogni sistema democratico, complesso, trasparente e aperto che tuteli i cittadini”.