La sezione cittadina della Lega di Rimini, d’intesa con il consigliere comunale Zoccarato e coordinata dal suo segretario Oscar Fabbri (nella foto), si è riunita in un gruppo di lavoro per affrontare i temi all’ordine del giorno della IV° Commissione Consiliare Permanente. Dalle indicazioni del DPCM 07/08/2020 e sue successive modifiche/integrazioni frutto dell’accordo nella Conferenza Unificata Stato Regioni, appare chiaro come la garanzia del trasporto scolastico sia difficilmente applicabile a causa delle numerose e confuse prescrizioni ma, soprattutto, delle poche risorse messe in campo. L’allegato 16 del suddetto DPCM può essere sintetizzato in alcuni punti sui quali l’Amministrazione di Rimini non ha fatto ancora chiarezza. Come intende dunque palazzo Garampi mettere in pratica le tanto contestate prescrizioni?
Le linee guida dichiarano che «La salita degli alunni avverrà evitando alla fermata un distanziamento inferiore al metro e avendo cura che gli alunni salgano sul mezzo in maniera ordinata, facendo salire il secondo passeggero dopo che il primo si sia seduto»; «Per la discesa dal mezzo dovranno essere seguite procedure specifiche per cui dovranno scendere, uno per uno, evitando contatti ravvicinati, prima i ragazzi vicino alle uscite,gli altri avranno cura di non alzarsi dal proprio posto se non quando il passeggero precedente sia sceso e così via». Le perplessità che conseguono sono diverse, ovvero se innanzitutto è contemplata una figura indirizzata al controllo e alla facilitazione dell’entrata/uscita degli alunni sul mezzo, che certezza c’è sulla disposizione delle fermate dislocate sul territorio, quali garanzie sussistono che tutte siano in grado di offrire il distanziamento in sicurezza e in che modo si pensa di rendere certi i tempi per il raggiungimento degli edifici scolastici in linea con l’orario di inizio delle lezioni. «L’alunno eviterà di occupare il posto disponibile vicino al conducente (ove esistente). Il conducente dovrà indossare i dispositivi di protezione individuale. Gli alunni trasportati eviteranno di avvicinarsi o di chiedere informazioni al conducente». Al fine di evitare il contatto con il conducente, nelle linee dedicate non sarà più abilitata ad entrata la porta anteriore, resta sempre comunque invariato il dubbio su come ciò possa essere assicurato se non alla presenza di una figura obbligatoria di supporto che vada a garantire tutte le misure di sicurezza; un chiaro esempio è rappresentato dalle fermate del centro studi sito alla Colonnella, in cui il rischio di assembramento è altissimo. «…E' consentito, nel caso in cui le altre misure non siano sufficienti ad assicurare il regolare servizio di trasporto pubblico scolastico dedicato, ed in considerazione delle evidenze scientifiche sull’assunto dei tempi di permanenza medi in relazione alla percorrenza casa-scuola-casa, un coefficiente di riempimento dei mezzi non superiore all’ 80% dei posti consentiti dalla carta di circolazione dei mezzi stessi»; «…è consentita la capienza massima del mezzo di trasporto scolastico dedicato nel caso in cui la permanenza degli alunni nel mezzo nella predetta modalità di riempimento non sia superiore ai 15 minuti. In questo caso dovrà essere quotidianamente programmato l’itinerario del percorso casa-scuola- casa, in relazione agli alunni iscritti al servizio di trasporto scolastico dedicato, avendo cura che lo stesso itinerario consenta la massima capacità di riempimento del mezzo per un tempo massimo di 15 minuti», un’azione questa macchinosa e complessa che andrebbe a limitare in maniera consistente sia l’efficienza del servizio in sé che l’agilità nell’organizzazione. L’impiego di risorse umane nella continua rimodulazione dell’attività potrebbe infatti essere impiegato in altro modo, se non addirittura risparmiato. «Il Comune, sentite le Istituzioni scolastiche, sulla base delle indicazioni condivise con la Regione, in presenza di criticità rispetto al numero di mezzi destinati al trasporto scolastico dedicato, in relazione a un elevato numero di studenti iscritti al servizio, determinerà le fasce orarie del trasporto, non oltre le due ore antecedenti l’ingresso usuale a scuola e un’ora successiva all’orario di uscita previsto». Appare estremamente discutibile che gli alunni, in particolare modo quelli più piccoli, possano salire su un bus per raggiungere la scuola fino a due ore prima dell’inizio delle lezioni, quindi se essa inizia alle 8.00 questi saliranno sul pullman alle 6.00. Alla luce di quanto indicato dalle linee guida, è lecito chiedersi se non fosse il caso di prendere in considerazione un’implementazione del servizio con potenziamento del numero dei mezzi e del personale operante. A tal proposito è legittimo domandare all’assessore Frisoni quale sia la linea dell’Amministrazione che rappresenta, se vede cioè, come ha asserito in prima battuta (20 agosto 2020), la soluzione in un potenziamento dei mezzi oppure, come ha invece affermato la settimana successiva, sarebbe meglio offrire più corse dando in questo modo ampio appoggio alla rimodulazione delle fasce orarie suggerita dal Governo. Un ultimo interrogativo riguarda la quantità di risorse che sono state effettivamente dedicate al trasporto scolastico, rispetto al mezzo milione di euro sulla variazione di bilancio per l’operazione “Scuole Sicure”, fatta eccezione per lo stanziamento a favore dei rimborsi e il percorso specifico per le scuole Ferrari. Rimborso che tuttavia, ad oggi almeno, non riguarda il servizio scuolabus, ma esclusivamente quello pubblico; risulta dunque difficile comprendere come mai non ci sia stato questo riconoscimento, volendo anche nell’ambito di quei 500 mila euro ricavati dalla variazione di bilancio.