Numerosi sono i Comitati che, attivi da anni in tutte le realtà regionali, si impegnano per promuovere la conoscenza e la cultura della Costituzione. E, senza soluzione di continuità, per informare sulle ragioni dei Referendum costituzionali, dal 2006 al 2016, fino ad oggi, per il Referendum previsto per i prossimi 20 e 21 settembre, dopo il rinvio, dovuto al Covid, della precedente data del 31 marzo scorso.
“Già in quella occasione- si legge in una nota del Coordinamento per la Democrazia Costizuonale della Regione Emilia Romagna - levammo argomentate proteste - inascoltate - per il tempo brevissimo concesso per una adeguata informazione in merito al taglio del numero dei parlamentari, da noi giudicato assai grave, e per la totale carenza di una adeguata informazione rivolta alla cittadinanza e alla pubblica opinione. Stiamo verificando sul campo che la cittadinanza è pressoché all’oscuro dell’indizione del Referendum e del quesito che comporta.
Oggi, di fronte alla nuova data indicata, 20 e 21 settembre - decisione del Governo nella seduta del 15 luglio scorso - denunciamo l’ ulteriore peggioramento del contesto nel quale dovrebbe tenersi il Referendum Costituzionale accorpato nell’election day alle elezioni amministrative e regionali indette per alcuni comuni, province regioni.
Situazione paradossale, per varie ragioni. Avremo due mesi di campagna elettorale in piena estate e in una Italia coinvolta a macchia di leopardo e in modo diseguale. Informazione e partecipazione consapevole rese poco praticabili se non al limite dell’impossibile, per un Referendum di rango costituzionale, che tocca in modo profondo la Costituzione, ne indebolisce gli interni equilibri, riduce ulteriormente il valore della rappresentanza, già minata da pratiche politiche e da leggi elettorali che ne hanno mortificato il valore.
Garantire il massimo possibile di informazione e di spazi di partecipazione in tale negativo contesto è quello che chiediamo a tutti i Comuni della nostra regione, tenendo conto che la partecipazione è uno dei doveri che la Costituzione chiede al popolo sovrano, e alle Istituzioni che lo rappresentano.
Avanziamo quindi due precise richieste.
Spazi per la partecipazione
Chiediamo che le Sindache e i Sindaci rendano noti immediatamente alla cittadinanza e a tutti i Comitati referendari, qualunque sia la loro posizione in merito al quesito referendario, con informazione resa pubblica e ampiamente diffusa, in quali spazi, all’aperto e al chiuso, con quali regole - tempi per le richieste di utilizzo, distanziamenti, misure sanitarie, procedure, spazi elettorali, altro - sarà possibile svolgere la campagna referendaria.
Sicurezza
Chiediamo che in previsione della riapertura delle scuole, fissata per il prossimo 13 settembre - una settimana prima, quindi, dell’election day -, che già si annuncia assai problematica e di difficile attuazione, i seggi elettorali non siano allestiti nelle scuole ma in ogni altro spazio utile e possibile. Per ragioni sanitarie e non solo. La scuola, in ogni sua componente, è stata fra le più colpite dalla pandemia e dai suoi effetti. Perdita di altro tempo e rischi non sono accettabili. Scuola e sanità sono fra i primi diritti universali ed eguali che la nostra Costituzione garantisce ad ogni persona, qualunque sia la sua condizione.