Hera non la manda a dire a Renata Tosi, sindaco di Riccione. Replica duro a quanto sostenuta dalla prima cittadina circa gli importi a cui sarebbero costretti i cittadini con la Tari dalla multiutility. “Il costo del servizio rifiuti che Hera fattura al Comune di Riccione costituisce solamente il 70% dell’importo complessivo della Tari che il Comune fattura ai cittadini ed alle imprese”. Questo in sostanza il senso della risposta fornita.
Ma Fabrizio Pullè, capogruppo di Noi Riccionesi, fa quadrato attorno alla Tosi, come normale che sia. “Leggiamo con vivo stupore – si legge in una nota - quanto ha comunicato Hera in relazione alla TARI. Come a dire: il 30% il Comune lo “aggiunge” per “volontà” sua. Nulla di più errato. Dobbiamo scriverlo con chiarezza, e fare chiarezza assoluta sul punto. Vi rimandiamo allo schema fornito (lo vedete nella foto).
Da questo schema, si evince che:
1.090.000,00 se ne vanno per l’IVA (cosa facciamo, chiediamo al Comune di “evadere” l’Iva per far risparmiare i cittadini?);
600.000,00 + 828.488,00 riguardano le addizionali dovute per legge, tra cui il “contributo provinciale” del 5% che va, per l’appunto, alla Provincia;
481.511,00 si riferiscono infine al famoso costo “CARC", ovvero al Costo Accertamento Riscossione Crediti. Di questi 481.500,00 euro complessivi, il Comune di Riccione ne destina 250.000,00 per l’esenzione della Tari alle famiglie bisognose ed in difficoltà; aiutiamo chi non riesce a pagarla, per intenderci...
Si deve poi aggiungere il 5% che è destinato, sempre per legge, ai dipendenti che hanno lavorato nel recupero crediti. Incentivi di legge, imposti dalla legge, non scelti dal Comune.
Ecco dunque, come viene composto quel “30%”, che Hera sostiene essere un “surplus” comunale richiesto ai cittadini. Questi sono i fatti. E mentre Hera continua a macinare utili - conclude il capogruppo di Noi Riccionesi - la stessa Hera ritiene che, per una volta, venire incontro ai cittadini con una diminuzione unilaterale delle tariffe, non sia praticabile. Spiace, considerato che Hera è una multiutility nata dai Comuni che hanno unito le varie multiutility che i Comuni stessi avevano. Per una volta, in piena pandemia… forse il concetto “meno utili, più aiuto ai cittadini”, potrebbe essere una corretta via d’azione. Confidiamo in Hera, che possa rivedere le proprie posizioni di chiusura, e chiediamo che Provincia e Regione si affianchino ai Comuni nel ribadire ad Hera tali richieste”.