Le sezioni AIL di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna uniscono le forze per istituire una rete di assistenza infermieristica domiciliare oncoematologica pediatrica in Romagna. Lo scopo è migliorare la qualità di vita dei bambini affetti da tumore e da patologie ematologiche complesse, riducendo il numero di accessi presso il Day Hospital e la degenza dell’Oncoematologia Pediatrica di Rimini e presso le Pediatrie degli ospedali di riferimento per i residenti nelle province di Forlì-Cesena e Ravenna. I piccoli pazienti potranno così restare nella loro casa, in un ambiente familiare, evitando a volte giorni di degenza, con notevoli benefici anche dal punto di vista psicologico oltre che organizzativo ed economico per le famiglie.
“Ogni anno in Romagna vengono diagnosticati 30-40 nuovi casi di tumori infantili, e mediamente vengono seguiti annualmente 80-90 bambini – spiega Eduardo Pinto, presidente di AIL Rimini OdV -. Questi bimbi sono costretti a frequentare l’ospedale abbastanza assiduamente, a volte anche per semplici terapie, medicazioni, analisi o prelievi di sangue. Partendo da questo presupposto le sezioni AIL di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna hanno deciso, unendosi, di promuovere un progetto di assistenza infermieristica domiciliare pediatrica, che prevede la figura di un infermiere esperto soprattutto in oncoematologia pediatrica che coordini un team di infermieri che si reca a domicilio dei piccoli pazienti, così da evitare loro di frequentare l’ospedale quando non strettamente necessario. È un obiettivo che cerchiamo di perseguire da due anni: causa la pandemia abbiamo dovuto rimandare sia la formazione degli infermieri che la partenza del progetto. La scorsa settimana finalmente siamo riusciti a iniziare la formazione di numerosi infermieri provenienti da tutta la Romagna. La oncoematologia pediatrica è presente solo a Rimini, è quindi qui che confluiscono tutti i bambini dell’area vasta Romagna”.
Fondamentale la collaborazione della Fondazione Romagna Solidale. “Questo progetto è molto importante dal punto di vista economico: ha un costo di circa 37.500 euro l’anno – continua Pinto -. Le tre sezioni AIL si sono impegnate a coprire i costi per tre anni, prevedendo quindi oltre centomila euro di finanziamento. È stato possibile avviare il progetto grazie anche alla collaborazione con la Fondazione Romagna Solidale, il cui presidente è il dottor Arturo Alberti e che ha voluto coinvolto diverse aziende presenti nell’area vasta Romagna, fra tutte Amadori, con Francesca Amadori che è stata molto partecipe. La sola azienda Amadori, attraverso i propri dipendenti, ha infatti raggiunto 31mila euro di finanziamento, cifra destinata per un terzo all’AIL di Teramo, dove è presente una sede dell’azienda, e per due terzi in Romagna. Un contributo molto importante (10mila euro, ndr) è arrivato anche da Orogel e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena. Grazie a questi interventi il primo anno è coperto quasi interamente. Ci auguriamo che per il futuro ci siano altri sostenitori che sposino questo progetto molto importante, che va ad aggiungersi a quelli che sono gli obiettivi della nostra associazione”.