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Salute 14:28 | 26/03/2020 - Dal Mondo

Ictus, l'ottimismo aiuta la ripresa del paziente

Una ricerca dell’Università del Texas ha messo in evidenza quanto l’ottimismo migliori la ripresa dopo un ictus, un evento cardiovascolare che può avere conseguenze rilevanti in termini di disabilità fisica.  Lo studio è stato condotto in un gruppo di 49 persone colpite da ictus a tre mesi di distanza dall’evento. Ma come si fa a misurare l’ottimismo? I ricercatori hanno svolto un test standard impiegato in psicologia, chiamato Life Oriented Test. Gli esperti hanno poi valutato la gravità dell’ictus tramite il punteggio National Institutes of Health Stroke Scale. Per stimare l’infiammazione hanno invece misurato, con gli esami del sangue, la proteina C reattiva (Pcr), l’interleuchina 6 e il fattore di alfa necrosi tumorale, un fattore di infiammazione, che non si alza solo nei tumori ma anche in altre malattie. Infine hanno messo in relazione i dati dell’ottimismo con quelli dell’infiammazione e della disabilità dopo l’ictus. Dall’indagine è emerso che a distanza di tre mesi da un ictus i pazienti con un maggiore ottimismo hanno livelli di infiammazione più bassi e una minore disabilità. Anche se lo studio è su pochi pazienti sembra che la capacità di pensare positivamente possa favorire il recupero, un risultato peraltro in linea con altri studi su ottimismo e salute.

dott. Alessandro Bovicelli