“Per quale motivo la Regione Emilia Romagna non riconosce la validità del test rapido per definire la fine del periodo di quarantena? La domanda sorge spontanea alla luce di quanto disposto da altre Regioni, che basandosi sulla circolare ministeriale n° 36254 del 11.8.2021 consentono la possibilità di esecuzione di test rapido antigenico per determinare la fine del periodo di isolamento, ovvero di quarantena, delle persone interessate (positivi o contatti di positivi)”. Lo chiede in un'interrogazione alla Giunta di via Aldo Moro, il consigliere regionale Matteo Montevecchi.
Nella attuale fase pandemica da SARS-CoV-2 si registra un rilevante e rapido incremento dei casi COVID-19, anche a seguito della rapida introduzione della variante Omicron che presenta caratteristiche di alta diffusibilità; ciò comporta tra l’altro una maggior difficoltà per i Dipartimenti di Sanità Pubblica ad effettuare tempestivamente i test molecolari per confermare le positività rilevate a seguito di test rapidi antigenici. Alla luce della Circolare del Ministero della Salute n. 705-08/01/2021si definisce che in presenza esiti positivi di test rapidi antigenici trasmessi alle Aziende Sanitarie dai soggetti autorizzati all’effettuazione di tale diagnostica rapida ( vedi Determinazione regione Emilia-Romagna n. 19468 del 5 novembre 2020 ) e dalle farmacie convenzionate con le cui Associazioni di categoria sono stati siglati specifici accordi, non è necessario confermare la diagnosi con test RT-PCR e si procederà direttamente da parte dei Dipartimenti di Sanità Pubblica alla presa in carico del caso. La Regione Toscana, anche al fine di alleggerire il proprio sistema sanitario, e per velocizzare e rendere più efficace il tracciamento dei casi, ha recentemente ritenuto di affidare anche ai soli test rapidi l’accertamento della positività al virus, qualora eseguiti presso le strutture appositamente preposte. Non solo: l’ordinanza n° 66 del 28 dicembre u.s. del Presidente della Regione Toscana prevede altresì che anche il periodo di fine isolamento, così come quello di fine quarantena, possa essere determinato (anche) dall’esecuzione di un test antigenico rapido, in luogo quindi di quello molecolare. Pertanto – chiede ancora il leghista - “l’Amministrazione regionale non ritiene che tale possibilità consentirebbe un alleggerimento della pressione sulle strutture ospedaliere in ordine all’esecuzione di tamponi molecolari, anche dal punto di vista burocratico ed amministrativo, e diminuirebbe il tempo di rientro “in società” delle persone coinvolte, con evidente minor aggravio per le stesse, sotto tutti i punti di vista (lavorativo/professionale, scolastico/educativo, ecc.)?” E poi, ancora, conclude Montevecchi: “Quali diverse iniziative ritiene la Regione Emilia-Romagna di dovere eventualmente adottare per migliorare una situazione sanitaria divenuta sempre più insostenibile?”