Dopo la totale assenza della sanità dal dibattito politico dell’ultimo periodo preelettorale, assistiamo ora, finalmente, ad un ritorno del tema, ad un proliferare di discussioni, pubbliche o nei consigli comunali e in altri luoghi istituzionali, di interrogazioni, di ordini del giorno e di appelli in favore del nostro sistema sanitario e del principio di tutela della salute sancito dalla nostra costituzione.
Decenni di disattenzione, hanno ridotto il sistema sanitario pubblico in condizioni precarie, mettendo a rischio il suo funzionamento futuro e il principio di universalità, eguaglianza ed equità nell'accesso alle cure. La mancanza di attenzione verso i cambiamenti demografici e le conseguenze socioeconomiche hanno caratterizzato i governi successivi, di diversi orientamenti politici, che si sono succeduti alla guida del Paese, includendo il mancato investimento nella sanità, nella scuola e nel lavoro. Questa mancanza di coraggio e lungimiranza è culminata nell'ultima rinuncia ai finanziamenti disponibili tramite il MES.
Scopriamo così ora la drammaticità della carenza di medici e personale sanitario, in particolare nel sistema pubblico dove manca una doverosa valorizzazione economica, l’inadeguatezza dei modelli organizzativi e la troppa lentezza con cui se ne persegue il mutamento in ragione dell’evolvere dei bisogni, l’assenza dei necessari interventi sul sistema di regole che sottendono ai percorsi formativi e alla definizione dei contenuti professionali di medici e personale sanitario, tecnico-amministrativo e socio sanitario, nonché al loro inserimento nel sistema, e tanto altro ancora, riportato in innumerevoli analisi pienamente condivisibili a cui non seguono però azioni conseguenti.
Nemmeno la pandemia da covid-19, da cui si diceva saremmo usciti migliori, è riuscita a scuoterci abbastanza da farci cambiare rotta. Continuiamo ad assistere ad un dibattito politico quasi sempre caratterizzato da toni di contrapposizione, spesso pretestuoso al punto di coprire l’evidenza e produrre come unico risultato un sempre maggior distacco dei cittadini ed una accresciuta percezione negativa anche nei confronti di ciò che di buono il nostro sistema sanitario ancora produce. Ne abbiamo avuto esempi concreti anche recentemente nel territorio romagnolo.
Non ci convince il continuo tentativo di indicare e chiamare in causa solo un responsabile di turno dimenticando la comune responsabilità esercitata nel tempo. Affermiamo questo senza alcuna intenzione di strumentalizzazione, poiché abbiamo sempre richiamato tutti coloro che hanno un ruolo di decisione alle loro responsabilità, senza fare eccezioni sia sul piano confederale che su quello categoriale.
Il momento è adesso. Abbiamo bisogno di uno scatto in avanti, di recuperare uno spirito di collaborazione che non annulli le differenze ma riesca invece a metterle a fattor comune per il bene della collettività, per individuare e sostenere le scelte coraggiose che sono necessarie ora e che non sono più rinviabili. Almeno in tema di sanità occorre avere il coraggio di abbandonare la logica della veloce ricerca di consenso. Per questo chiediamo a Governo e Regioni, senza alcuna distinzione di colore politico e partitico, una seria e partecipata riflessione su quanto è accaduto e sta accadendo.
Da tempo chiediamo alle istituzioni di collaborare con la popolazione per elaborare una strategia condivisa. Riteniamo che un percorso condiviso e collaborativo possa essere la chiave per affrontare con successo le sfide che ci attendono. La sanità non può e non deve diventare terreno di strumentalizzazione per nessuno, deve piuttosto essere il campo per realizzare gli impegni da tutti richiamati durante la pandemia: in termini di organizzazione, di strutture, di assunzione di personale, per continuare a garantire servizi universalistici di qualità accessibili a tutti.
La CISL Romagna, sia a livello confederale che categoriale, è pronta a collaborare con tutti coloro che sono sinceramente interessati a discutere in modo costruttivo per trovare soluzioni efficaci tralasciando polemiche inutili e pretestuose e a giocare il proprio ruolo con fermezza e determinazione in questa partita di grande importanza.