Il venerdì di Sanremo è per tradizione la serata dei duetti in realtà vere e proprie reinterpretazioni a parte qualcuno. Un unico grande superospite LIGABUE, la seconda volta al Festival in 30 anni. Presenta il nuovo singolo LUCI D’AMERICA il più trasmesso dalle radio nelle ultime tre settimane che anticipa l’album START in uscita l’8 marzo e canta con Baglioni un omaggio a Francesco Guccini DIO È MORTO. Anche per lui gli anni avanzano ma mantiene quella componente sexy smanata, con il gilet luccicante che indossa a pelle, che ci piace tanto. Serata affollata, 56 artisti sul palco e i presentatori vanno di fretta. La Giuria d’onore decreta miglior esibizione in coppia Motta con Nada. Bravo bravissimo il leader eccelso degli Afterhours Manuel Agnelli che entra in scena con un potente assolo alla Peter Gabriel in NURSERY CRIME nella canzone di Daniele Silvestri e Rancore. Double rock della Berté con Irene Grandi. Briga e Caccamo fanno da cavalieri alla Divina Patty. Arisa movimenta il suo pezzo con il lievitato ma sempre musicale Tony Hadley e le coreografie dei Kataklo’. Coppia folle e provocatrice quella formata dal discusso Achille Lauro con Morgan che da’ prova di essere un grandissimo musicista suonando piano e basso allo stesso tempo. Chi ha avuto l’idea di assemblarli è fuori di testa o forse un genio. Per il resto un sobrio e defilato Claudio Baglioni si è limitato ad una imitazione di Maurizio Costanzo, ad un doveroso omaggio alla città di Genova con la ricostruzione del ponte dopo la tragedia e a cantare da professionista, come sempre.
C.B.