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Sport 14:09 | 17/05/2024 - Romagna

La partita di calcio finisce tra insulti sessisti e parolacce all'arbitro donna. Pioggia di squalifiche ad una società dilettantistica

Squalifiche pesanti ma giustissime. Per quello che si è visto e sentito in campo. Una donna-arbitro di 48 anni che fa parte dell’AIA sezione di Rimini, dopo vari provvedimenti sanzionatori, ha sentito e visto rivolgere alla propria persona insulti sessisti e offese di vario genere. La partita è stata giocata sabato scorso, valida per i playoff di terza categoria di calcio, tra Polisportiva Fontanelle Riccione e Asd Latino (Rimini), disputatosi allo stadio di San Clemente. Una gara “secca” diventata sempre più tesa col passare dei minuti, con il Latino, rimasto in nove uomini, che ha comunque agguantato i tempi supplementari per poi uscire sconfitto per 2-1, all'ultimo minuto di gioco. Venendo a quanto scritto sul proprio referto arbitrale, trasmesso quindi al Giudice Sportivo, l'Avvocato Maria Luisa Trippitelli, questi sono state le sanzioni comminate. L'Asd Latino si è vista infliggere una ammenda di 500 euro, nonchè la disputa di tre gare casalinghe da giocarsi a porte chiuse nella prossima stagione agonistica. Questo in virtù del comportamento dei propri tifosi, che hanno ricoperto “di insulti ed espressioni oscene, sessiste e volgarmente turpi il direttore di gara. Una condotta – continua nel proprio dispositivo il giudice sportivo – che si è protratta per l’intera durata dell’incontro  e che nei tempi supplementari, che è ulteriormente peggiorata-aggravata, aggiungendo agli insulti anche “canzoncine dal contenuto scurrile e fortemente sessista”. Nessun provvedimento invece nei confronti del Fontanelle e dei suoi tifosi. Venendo ai tesserati dell'Asd Latino: squalifica per tre giornate ad un giocatore perchè “in occasione dell'espulsione di un compagno di squadra, dalla panchina entrava sul terreno di gioco per insultare il direttore di gara, cosa che in effetti faceva con espressioni pesantemente ingiuriose; alla notifica del provvedimento di espulsione reagiva profferendo ad alta voce e da ripetizione espressioni blasfeme”.  Ad un secondo tesserato, due giornate di squalifica perché: “dopo aver subito un fallo, reagiva attingendo con una manata il viso dell'avversario; una volta espulso, lo stesso reagiva insultando il direttore di gara a colpendolo alla spalla sinistra”. Infine un altro giocatore è stato squalificato per una giornata. E da quello che raccontano testimoni è andata bene. E' stata sicuramente una partita dove la tanto agoniata e pubblicizzata parola RISPETTO non è stata neppure lontanamente presa in considerazione.