Li chiamano sliding doors, sono i momenti in cui il destino bussa alla tua porta e cambia la tua vita. Quello dell’Italia ai Mondiali di casa del 1990 ha una data ben precisa: 9 giugno, minuto 75 della gara d’esordio con l’Austria in uno stadio Olimpico di Roma gremito e festoso. Azeglio Vicini richiama Andrea Carnevale e si gioca la carta Salvatore Schillaci: tre giri di lancette e il numero 19 buca Linderberger per poi lasciarsi andare a un’esultanza a occhi sgranati che diventa la cartolina di quel mese da sogno con la colonna sonora delle “Notti Magiche” di Edoardo Bennato e Gianna Nannini. Di quelle esultanze Totò Schillaci ne regalerà altre cinque, capocannoniere come Paolo Rossi otto anni prima in una nazionale beffata dai maledetti rigori nella semifinale con l’Argentina al San Paolo di Napoli.
Trent’anni esatti dopo, il bomber fa un altro… esordio, “si veste” da rapper e quelle notti magiche le canta insieme a Mario Fucili, romagnolo doc e frontman dei 78 Bit portati nel 2002 sul palco di Sanremo Giovani con il brano ‘Fotografia’ classificatasi sesto. I Mondiali questa volta Totò li canta in Gli anni degli anni e a tenere a battesimo la nuova avventura è Rimini. Fucili e Schillaci raccontano l’Italia di allora alle nuove generazioni e in un Paese che si sta rimettendo in moto dopo il lockdown da Coronavirus accendono i riflettori sulla Riviera romagnola con un sabato sera remember al Coconuts sul lungomare Tintori e la partecipazione dell’ex bomber nazionale a Quelli Che il calcio nel pomeriggio di domenica 7 giugno in diretta dal Top-Frontemare.
“Ricordo ancora quella bellissima sensazione che ho provato ai Mondiali 90: ero già al settimo cielo per quella convocazione in Nazionale, per me era già una grande vittoria essere in panchina. Una cosa straordinaria. Ma quando Azeglio Vicini mi disse di preparami ho sentito subito che era la mia grande occasione e che dovevo segnare. Quando ci sono riuscito, mi sembrava di volare. Tutti mi chiedono sempre di quegli occhi blu sgranati: ero felice e quasi incredulo di quello che mi stava capitando e quell’espressione è figlia del fatto che volevo fissare nella mia memoria quei momenti e quei gol che segnavo con tanta determinazione. Ci sono periodi nella vita di un calciatore in cui ti riesce tutto, basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo: qualcuno da lassù ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare il capocannoniere assoluto e l'eroe di Italia 90 e ancora oggi ho i brividi tornando indietro di 30 anni” apre l’album dei ricordi Totò Schillaci, rivelando: “Quando Mario Fucili mi ha chiesto di cantare con lui durante una partita della Nazionale Attori e Cantanti sono rimasto stupito perché non lo avevo mai fatto, poi mi sono convinto anche sulla spinta del direttore Giovanni Calì ed è stata una cosa divertente. Una bella avventura”.
“Ero un ragazzino che giocava a calcio come attaccante quando Totò ci ha fatto sognare in maglia azzurra. E’ diventato subito il mio idolo e quando me lo sono ritrovato compagno di squadra in Nazionale Cantanti e Attori avevo i brividi ripensando a quel Mondiale. Avevo quasi timore a chiedergli di cantarlo con me, poi il sogno si è realizzato e grazie anche a lui è nato un singolo, Gli anni degli anni, in cui credo molto e che può essere il rilancio dei 78 Bit con cui ho vissuto un altro sogno, quello del Festival di Sanremo” fa eco Fucili.