Da gennaio 2024, il Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) di Rimini ha accolto oltre 4300 animali, tra cui circa 1000 colombi, 600 tra rondini, rondoni e balestrucci, 300 piccoli mammiferi come ricci, scoiattoli e ghiri, 100 grandi mammiferi come caprioli, daini, tassi, istrici e volpi, oltre a diverse centinaia di esemplari di uccelli locali, dai gabbiani agli scriccioli. Questi numeri rappresentano solo una parte del prezioso lavoro svolto dal CRAS per proteggere la fauna selvatica del territorio, un impegno che diventa ancora più rilevante nella cornice della Giornata Mondiale degli Animali, celebrata ogni 4 ottobre per sensibilizzare l'opinione pubblica sui diritti e sul benessere degli animali.
Un'occasione, in parallelo, per riflettere sull’importanza della protezione della fauna, un tema caro al CRAS, che si trova in via Baracchi, nella zona di Corpolò, in una struttura messa a disposizione dall’amministrazione comunale, segno di una collaborazione tra istituzioni e volontari fondamentale per portare avanti la missione per la salvaguardia della biodiversità.
All’interno di questa sinergia, che vede anche il protagonismo della cittadinanza, si distingue il lavoro delle volontarie e dei volontari, persone che dedicano il loro tempo libero agli animali e ai quattro zampe, con una percentuale di successo delle liberazioni del 50%, un dato rilevante considerando che un animale selvatico, quando viene recuperato, è già in una situazione di grave difficoltà.
Le principali cause di ingresso nella sede di via Baracchi sono di origine antropica, come incidenti stradali, distruzione di nidi, impatti con vetrate. Oltre a queste c’è l’insorgere di malattie, ma anche il salvataggio improprio di cuccioli che, in realtà, non necessitano di aiuto. Ad esempio, molti piccoli caprioli e leprotti vengono erroneamente portati al centro da cittadini che li trovano nascosti nell'erba, credendo che siano stati abbandonati. Tuttavia, i genitori li lasciano lì intenzionalmente, perché il loro miglior camouflage da eventuali prede è proprio la loro 'invisibilità' e assenza di odore. Portandoli via, si innesca un processo di separazione dalla madre, che dopo due giorni li considera perduti.
Una storia emblematica della precisione e dell'amore con cui viene trattato ogni animale riguarda una rondine montana, portata al centro da una coppia che l'aveva trovata ferita in montagna. Era la prima volta che il CRAS si trovava ad accudire una rondine di questa specie. Dopo averla curata, era ormai troppo tardi nella stagione per rilasciarla nelle colonie locali, che si erano già spostate. Tuttavia, dopo un’attenta ricerca, i volontari hanno scoperto alcuni nidi a Ridracoli e, con grande precisione, hanno liberato il volatile in quel luogo, assicurandosi che fosse reintegrato nel suo habitat naturale. Un epilogo per nulla scontato, frutto di una notevole determinazione. E ancora, quello della realtà di Corpolò, è un impegno che culmina in tanti ricongiungimenti tra gli animali dispersi e i proprietari, tra cui molti pappagallini che a seguito di segnalazione via social riescono a tornare a casa. Non mancano poi le commoventi storie dei cuccioli di riccio, molti dei quali arrivano a Corpolò in condizioni critiche, con speranze di recupero praticamente al lumicino. Tuttavia, grazie alla dedizione e alla competenza della squadra di volontari, questi piccoli vengono accolti e curati con la massima attenzione negli spazi della struttura comunale, fino a essere salvati e poter affrontare così un nuovo capitolo della loro vita.
Attualmente le attività all’interno del Cras di Rimini sono divise tra due associazioni: Anpana, che si occupa dei progetti di didattica ambientale, di sensibilizzazione ai temi di protezione della fauna selvatica e dell’organizzazione di eventi, ed Atena, fondata dai volontari piu’ esperti del Cras, che si occupa delle attività di cura.