Estate 2020. La storia di ripete. Era un caldo 1994 quando il Deejay Time infrangeva il muro delle diecimila presenze. Si parlava di oltre 12 mila paganti all’Aquafan di Riccione. Un numero esorbitante per gli standard dell’epoca relativi ad un certo tipo di intrattenimento musicale. Non bisogna darlo per scontato. Stiamo parlando di un’altra era. Le discoteche erano piene ma ancora i deejay italiani non potevano minimamente ambire al ruolo di popstar. Poi è arrivato Albertino. Insieme a Fargetta, Molella e Prezioso ha rivoluzionato la percezione del dj radiofonico portandolo per la prima volta in scena e della musica da ballo, proponendo e maneggiando con disinvoltura quelle che sarebbero diventate hit planetarie che ancora oggi fanno sognare milioni di persone. Un “domatore di teenager” (secondo una sublime definizione dell’epoca di Michele Serra) maturato grazie ad una ricerca sia musicale che lessicale e dialettica. Con Albertino il ruolo dell’intrattenitore, dal cliché dell’animatore da villaggio turistico, si è spostato su un altro livello. È su questi elementi che si basa il successo del Deejay Time. Da quella magica notte del 1994 il mondo è cambiato profondamente. Eppure, è ancora un prodotto fresco e oggi trasversale, essendo stato tramandato da padre in figlio.
Il Deejay Time torna a Riccione dopo aver conquistato l’Italia, isole comprese. Torna dove tutto è cominciato. Per questo quella dell’11 agosto al Musica sarà una serata speciale
Cronaca
20:05 - Romagna