Prende forma il progetto, sperimentale e innovativo, della “Casa di Ebere e Romanus” per la realizzazione di percorsi di accompagnamento e crescita dedicati a ragazzi e ragazze neomaggiorenni che escono dalle comunità per minori del territorio.
L’appartamento confiscato alla criminalità organizzata – riqualificato anche grazie a un contributo di 45mila euro della Regione Emilia-Romagna e inaugurato in occasione della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, lo scorso 21 marzo – dà oggi spazio ad un progetto distrettuale sperimentale presentato questa mattina (venerdì 20 dicembre) alla presenza del sindaco Filippo Sacchetti, dell’assessore a Servizi alla persona, Inclusione e innovazione sociale, Welfare di comunità e social housing, Filippo Borghesi, della consigliera regionale Alice Parma, dei rappresentanti del Distretto socio-sanitario Rimini nord, dei Servizi sociali dell’Unione di Comuni Valmarecchia e degli enti gestori del progetto di crescita verso l’autonomia.
La cooperativa MondoDonna – operativa da oltre 25 anni nell’accoglienza di madri con bambini e richiedenti asilo, nell’assistenza educativa domiciliare, nel pronto intervento sociale e nella messa a disposizione di alloggi di transizione – è soggetto capofila e si occuperà dell’organizzazione e gestione, mentre sono cinque i partner di progetto. L’associazione e la fondazione EnAIP “Sergio Zavatta” metteranno a disposizione i servizi del Centro giovani RM25, con particolare attenzione alle consulenze sulle opportunità lavorative o di studio. La cooperativa sociale Il Millepiedi, invece, in collaborazione con la fondazione “San Giuseppe” attiverà il percorso di accompagnamento verso i nuovi progetti di autonomia per ragazzi minori presenti nelle strutture residenziali, con la possibilità di garantire la continuità degli educatori. La fondazione “San Giuseppe”, inoltre, metterà a disposizione le reti con le aziende del territorio per la ricerca di opportunità lavorative e di tirocini, mentre l’associazione comunità Papa Giovanni XXIII coinvolgerà i beneficiari del progetto in attività ricreative e formative. Oltre ai partner privati, il progetto vede anche la collaborazione dei diversi enti istituzionali: Amministrazione comunale, Distretto socio-sanitario Rimini Nord, Ausl Romagna, la rete scolastica e i Centri per le Famiglie, lo Sportello del lavoro e i Centri per l’impiego, i Centri antiviolenza e il Tribunale per i minori.
In dettaglio il progetto prevede l’individuazione degli utenti, neo diciottenni o prossimi al compimento della maggiore età, che non possono contare su una rete familiare solida e strutturata e soddisfano alcuni requisiti. Per ciascuno degli ospiti, un’equipe di lavoro – composta sia dai servizi pubblici che dai gestori privati – predisporrà un progetto individualizzato di accompagnamento fino al ventunesimo anno di età, con un supporto quotidiano nelle scelte verso il completamento degli studi, la formazione professionale o l’accesso al mercato del lavoro, nonché al processo di piena inclusione sociale.