“Hera utilizzi l'utile di 402 milioni di euro, tolta la riserva obbligatoria prevista per legge, per abbattere le tariffe della raccolta e smaltimento rifiuti”. Lo chiede a gran voce il Comune di Riccione alla società Hera che come mostrano i dati pubblicati lo scorso 25 marzo ha chiuso con un utile netto di gruppo pari a 402 milioni di euro, in crescita del 35,5% rispetto ai 296,6 milioni dell'anno precedente. “Il Comune di Riccione come tutti gli altri Comuni - spiega l’assessore al Bilancio, Luigi Santi (nella foto) - non può agire sulle tariffe che vengono determinate da Hera con il P.E.F. a cui si aggiungono le tasse e le addizionali. In sostanza è la società che ci dice quanto deve pagare il cittadino riccionese per lo smaltimento rifiuti, che in un bilancio familiare o di attività rimane una delle spese più pesanti”. Vista anche la difficile situazione economica dovuta all’emergenza coronavirus, quindi “sarebbe doveroso da parte dei soci di Hera rinunciare agli utili a favore dei cittadini. Anche perché - continua Santi - come è stato comunicato dalla società nei giorni scorsi il fatturato Hera, si è attestato a 7,4 miliardi di euro, in crescita di 817,2 milioni, pari al 12,3% rispetto ai 6,6 miliardi di euro del 2018. Cifre enormi che in questo momento delicatissimo per molti cittadini, molti commercianti, artigiani e piccola media impresa dovrebbero essere utilizzati anche per agevolare la ripresa economica sotto forma di abbattimento delle tariffe”. Riccione come è noto detiene attraverso Geat un pacchetto di azioni, che lo rende socio di minoranza, non rappresentato nel Cda Hera il quale avrebbe già deciso di proporre un dividendo di 10 centesimi per azione.
Ogni anno la tassa sui rifiuti che viene incassata e messa a Bilancio dal Comune 14.800.000 euro che vengono tutti girati a Hera.
"Insomma in tutta questa partita- conclude Santi - il Comune non guadagna, non solo ma non può neanche decidere di aiutare i propri cittadini, abbattendo o come sarebbe il caso oggi vista l'emergenza sanitaria, eliminare le tariffe Tari 2020. Per cui i 400 milioni e rotti devono essere usati per abbattere completamente la Tari e non per distribuire dividendi ai soci”.