Dati forniti dalla Camera di Commercio della Romagna, Forlì-Cesena e Rimini, sulle previsioni occupazionali nel primo trimestre del 2021 -afferma il segretario generale della CISL Romagna Francesco Marinelli- evidenziano che il 32% delle aziende sul territorio di Rimini e il 37% su quello di Forlì'- Cesena hanno difficoltà nel trovare profili desiderati. Questo dato conferma ciò che da tempo ripetiamo con forza: l'industria 4.0, ancor prima del Covid-19, ha determinato un cambiamento delle richieste occupazionali. Le politiche attive del lavoro saranno sempre più decisive nello sviluppo del nostro territorio.
Il dato fornito dalla Camera di Commercio della Romagna, Forlì-Cesena e Rimini- afferma il Segretario della CISL Romagna - riguardo le difficoltà delle aziende nel trovare profili desiderati è drammatico: il 32% delle aziende sul territorio di Rimini e il 37% su quello di Forlì'- Cesena. Ma la crisi determinata dalla pandemia ha solo evidenziato ancora di più quelle tendenze che già erano evidenti con lo sviluppo dell'industria 4.0: una crescita esponenziale dell'uso delle tecnologie ed una forte velocità del cambiamento tecnologico.
Per stare al passo- evidenzia Francesco Marinelli- le politiche attive del lavoro diventano fondamentali.
Uno studio dell'Istituto Futuro sostiene che il 28% delle tipologie che vedremo affermarsi entro il 2028 ancora non esiste. Quindi molte delle competenze tecniche apprese fino ad ora diventeranno a breve obsolete. Le nuove tecnologie offrono una opportunità straordinaria per sviluppare una occupazione di qualità, per aumentare l'efficienza e la sicurezza dei processi produttivi, per stimolare la nascita di nuove imprese, favorire l'occupazione giovanile ed incrementare la sostenibilità ambientale dei processi produttivi. Ma è necessario che le competenze richieste dai datori di lavoro corrispondano a quelle offerte dalla forza lavoro.
Avere così alti livelli di disallineamento – evidenzia il segretario cislino- tra le competenze presenti e quelle richieste dalle nuove assunzioni è preoccupante. Occorre avviare percorsi formativi finalizzati alla costruzione di nuove figure professionali che rispondano al meglio alle esigenze delle aziende che, come evidenziato dai dati forniti dalla Camera di Commercio, sono incentrate sulle nuove competenze digitali.
La formazione – afferma Francesco Marinelli- non può più essere considerata solo uno strumento di accesso al lavoro, ma andrà considerata sempre più un sostegno per tutta la vita lavorativa. L'evoluzione digitale è talmente rapida che il processo formativo del lavoratore deve essere necessariamente permanente.
Come CISL Romagna – spiega il Segretario Francesco Marinelli-crediamo che la soluzione ottimale sia la collaborazione tra imprenditori, lavoratori e parti sociali nel definire, tramite la contrattazione decentrata, soluzioni condivise alle reali esigenze aziendali e di crescita professionale dei lavoratori. Questo consentirà all'azienda di avere un lavoratore protagonista del raggiungimento degli obiettivi aziendali, ed anche consapevole dei cambiamenti richiesti dallo scenario economico sempre più competitivo.
Secondo il DESI (Digital Economy and Society Index) l'Italia è ad oggi ultima in Europa per spesa in istruzione e ultima per competenze digitali. Ed è per questo che come CISL stiamo chiedendo una riforma che abbracci tutta la filiera della formazione, dalla scuola, all'università, alla formazione e riqualificazione professionale.
Il rilancio di politiche attive – conclude Marinelli- che riqualifichino il lavoro e le competenze del capitale umano del nostro territorio è ad oggi quindi la nostra sfida più grande. La ripresa economica romagnola dipenderà da quanto, aziende e lavoratori insieme, saranno in grado di rispondere alla difficile transizione che ci aspetta, anche in vista della fine del blocco dei licenziamenti.