E’ scomparso Mauro Gardenghi. Aveva 74 anni, nato a Frascati l’11 dicembre 1946, ha cercato di resistere come un leone ai malanni che negli ultimi tempi non gli davano più tregua. Attualmente era Presidente Onorario della Confartigianato di Rimini, dove ha passato 47 anni della sua vita. Nella sua carriera nell’Associazione, 40 anni li ha vissuti da Segretario e poi dal 2017 delegato alla Presidenza, fino all’attuale carica. Mauro Gardenghi ha speso l’intera vita al servizio del ‘ceto medio produttivo’. Numerosissimi gli incarichi istituzionali, ma quelli che di più hanno segnato la sua vita professionale sono stati quelli in Camera di Commercio e a Rimini Fiera, di cui è stato a lungo Vicepresidente e per oltre vent’anni nel consiglio di amministrazione al fianco di Lorenzo Cagnoni nel far crescere il polo espositivo, fino alla realizzazione del nuovo quartiere fieristico. Gardenghi ha promosso e sostenuto battaglie storiche al fianco degli operatori balneari per rivendicare la centralità del turismo e della spiaggia; al fianco dei produttori di piadina, combattendo per il riconoscimento del marchio IGP ‘alla riminese’; portò in piazza le sfilate di moda con le produzioni degli artigiani del territorio, lanciando Mod’Art e termini come Bellessere e Rimin’essenza per identificare il dna riminese; portò in fiera gli artigiani con Art’Arte Fiera e ideò iniziative a sostegno dei panificatori perché venisse riconosciuto quello che definì ‘il pane fresco del tuo fornaio, buon gusto quotidiano’; combattè fino al 2008 per l’annessione dei Comuni dell’Alta Valmarecchia alla Provincia di Rimini. Non c’è istituzione del territorio che non l’abbia visto protagonista in questi decenni. Ogni incarico, ogni azione l’ha svolta per promuovere e tutelare la piccola e media impresa e con un inossidabile amore per Rimini.
Amava ripetere: “Rimini e la sua storia, dal dopoguerra in qua, s’intrecciano con quella dell’artigianato, i cui valori economici, sociali e culturali rimangono una costante nel tempo. In particolare, la cultura del fare, dell’intraprendere e della responsabilità. Ma anche la genialità creativa ed il coraggio dell’innovazione, la vocazione imprenditiva e spesso solidale con la stessa sfera famigliare. Noi crediamo che l’artigianato sia stato e costituisca, ancora oggi, una grande, insostituibile e preziosa risorsa dell’intero sistema riminese. Dove c’è artigianato c’è qualità della vita e cultura del territorio”.
E sul valore della funzione delle Associazioni, resta scolpita una sua risposta: “Ci han preso gusto a bypassare i corpi intermedi. Chi ha posizioni di vertice si pensa sia meglio avere un dialogo diretto con i cittadini. Io credo che ciò sia in realtà un grande impoverimento. Non mi piace questa presunzione, ma noi teniamo duro. Abbiamo migliaia di imprese associate, cerchiamo di sostenerle nel sopravvivere in trincea. Quando il fumo si diraderà, si tornerà a capire che è l’arrosto a contare, quello del lavoro e del sacrificio. Nel frattempo, resistiamo”.
In questi anni Gardenghi è stato al fianco dei vari presidenti che si sono succeduti: da Filippo Capodiferro, Alberto Brighi, Francesco Zavatta, Giorgio Lucchi e fino all’attuale, Davide Cupioli. Fra i successi di cui andava maggiormente fiero, dopo che la crisi economica nel 2008 attaccò le imprese e di conseguenza le associazioni di categoria, fu quella di aver sempre mantenuto in equilibrio la Confartigianato. “Sono tempi durissimi, ma il mio impegno resta quello di non far perdere il lavoro a nessuno dei nostri 90 dipendenti”.
Tutta la Confartigianato si stringe intorno alla famiglia, alla moglie Nadia alle figlie Valentina e Corinna, al fratello Francesco.
“S’è spento il nostro faro, ma il suo esempio lo ritroveremo al nostro fianco in ogni momento; ci servirà a darci forza, ci spronerà in questo che è un momento di dolore enorme e di drammatica difficoltà economica per le piccole e medie imprese. Ciao Mauro, non ti dimenticheremo mai”.