In ottemperanza al Dpcm del 18 ottobre è sospesa l’attività convegnistica e congressuale in presenza al Palazzo dei Congressi di Riccione, fino al 13 novembre. In questo periodo convegni e congressi saranno consentiti solo in modalità a distanza, vale a dire da remoto. Una forte penalizzazione per un settore che da solo un mese aveva ricominciato a programmare e realizzare eventi, anche con ingenti investimenti per l'adeguamento ai protocolli di sicurezza. L’unico settore che ha elaborato e adottato protocolli propri, fatto corsi, adeguato contratti e misure sanitarie. Il DPCM del 18 ottobre impone di annullare tutti gli eventi previsti fino al 13 novembre ma di fatto ha prodotto un'immediata cancellazione di tutti gli eventi fino a fine mese. Eventi che avrebbero prodotto 4mila presenze nella città di Riccione. Infatti, gli eventi organizzati dopo la riapertura, stavano dimostrando come fosse possibile lavorare in sicurezza con grandi risultati, per il Palacongressi e la città di Riccione.
In una nota stampa, Federcongressi ha sostenuto: “Quando il Governo non sa cosa fare di fronte al Covid19 chiude le fiere e i congressi causando un danno incalcolabile al sistema economico delle principali città italiane e a migliaia di imprese. Bloccare le fiere e i congressi significa spegnere l’economia del Paese perché non potranno lavorare, non solo le imprese del settore, ma gli alberghi, i ristoranti, i taxi, gli allestitori, le società di catering, le cooperative di facchinaggio e i service tecnici. Si colpisce un settore in cui il distanziamento è semplice e sono stati fatti ingenti investimenti dagli operatori per le misure di sicurezza come rilevatori agli ingressi di temperatura corporea, sistemi di igienizzazione degli spazi, percorsi guidati e conta persone per non creare assembramenti. Non ci sono stati focolai di contagio nelle fiere e nei congressi appena svolti. Chiudere adesso significa non poter neppure programmare l’attività del 2021 distruggendo un intero settore che invece resta aperto in altri paesi europei con tassi di contagio ben più alti del nostro”.