Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Rimini Coraggiosa
Leggiamo ormai da diversi mesi cronache relative a risse tra giovani, spesso anche minorenni, nelle vie centrali di Rimini e nelle piazze di altri paesi e città italiane.
Sabato pomeriggio un altro diverbio violento tra ragazzini è scoppiato nel cuore del centro storico di Rimini. Poco dopo le 18 un gruppo di giovanissimi si è scontrato in Corso d'Augusto, poco lontano dall'Arco, e ha iniziato a picchiarsi.
Il gruppo riminese di Coraggiosa si interroga su questo fenomeno di grave disagio giovanile, chiamato delle "baby gang" e propone una maggiore attenzione alle nuove generazioni, rilevando che ad oggi sono carenti i servizi di ascolto e gli sportelli gratuiti e pubblici per gli adolescenti che in questi mesi hanno pagato caro il prezzo delle restrizioni e delle chiusure, necessarie per la riduzione del covid, ma che hanno ridotto inevitabilmente le possibilità di incontro, di socializzazione, di divertimento, di crescita culturale, di svago e di confronto. Il benessere, fisico e psicologico, deve essere una priorità per l'intera comunità, che Rimini vogliamo?
Francesca Macchitella, portavoce di Coraggiosa dichiara: "E' urgente ampliare l'offerta dei servizi rivolti ai giovani, dai 14 anni in su, per prevenire fenomeni sempre più gravi di bullismo e di violenza. Sono sotto gli occhi di tutti, i dati che confermano l'aumento dell'abbandono scolastico e l'incremento di disturbi legati al sonno, all'alimentazione, all'uso di alcool, alla depressione. C'è chi denuncia una situazione ormai fuori controllo chiedendo presidi fissi delle forze dell'ordine, pretendendo più sicurezza e legalità, noi chiediamo la programmazione ed il potenziamento di più servizi di prossimità, più sportelli multidisciplinari di sostegno psicologico, più servizi di quartiere che valorizzano le realtà periferiche della città coinvolgendo i giovani e le loro idee. La progettualità giovanile è un fattore determinante per contribuire all'innovazione e allo sviluppo locale, è una sfida sociale da affrontare con coraggio".
Carmelina Fierro, consigliera all'ordine regionale degli psicologi ER ed attivista di Coraggiosa, aggiunge: " In ogni famiglia abbiamo vissuto la restrizione, la compresenza di persone e di impegni. Negli stessi metri quadrati della nostra casa abbiamo vissuto 24 ore su 24 insieme, fatto compiti, lezioni, riunioni di lavoro e tutti nello stesso momento e nello stesso spazio. A questo aggiungiamo la paura del contagio, la sospensione del non sapere e per qualcuno la perdita di cari senza nemmeno potersi né incontrare, né salutare. Ma cosa possiamo avere ora se non un'emergenza sociale con vissuti di sofferenza, stress e rabbia? Con coraggio dobbiamo parlare di effetti psicologici sulle persone e con altrettanto coraggio dobbiamo investire nel sostegno psicologico non solo come cura di malattie ma soprattutto come prevenzione al disagio e promozione di forme di vita alternative alla devianza e alla violenza. Vanno realizzati progetti di prossimità, di psicologia scolastica, familiare e giovanile, solo così forse possiamo dare una risposta al sempre più diffuso rancore".