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Cronaca 15:26 | 27/09/2023 - Rimini

Gaetano Callà, presidente Fipe-Confcommercio della provincia: “I dehors sono un valore aggiunto non solo per pubblici esercizi e clienti, ma anche per le città"

Gaetano Callà, presidente FIPE-Confcommercio della provincia di Rimini: “I dehors sono un valore aggiunto non solo per pubblici esercizi e clienti, ma anche per le città e i borghi che vengono valorizzati e diventano più attrattivi. Di questo Soprintendenza e amministrazioni dovranno tenere conto per non rischiare di fare un pesante autogol anche in chiave turistica. Chiediamo un utilizzo del suolo pubblico proporzionale agli spazi di somministrazione interna e tariffe equilibrate”

“Siamo consapevoli che difficilmente il governo prorogherà ancora l’esonero dell’autorizzazione paesaggistica per i dehors dopo la fine di quest’anno – spiega il presidente di FIPE-Confcommercio della provincia di Rimini, Gaetano Callà - ma crediamo fermamente che il nostro territorio non possa permettersi di abbandonare quella che ormai è diventata un’abitudine del cliente, ovvero quella di gustare piatti, aperitivi e caffè nei tavoli all’esterno dei nostri locali. I dehors sono un valore aggiunto non solamente per le attività e i clienti, ma anche per le città e i borghi, che vengono valorizzati attraverso l’aumento della frequentazione e di conseguenza del decoro e della sicurezza di strade e piazze. I pubblici esercizi continuano ed essere sentinelle privilegiate del territorio e con i loro spazi esterni mantengono i luoghi fruibili e attrattivi, soprattutto nei centri storici, come peraltro è consuetudine vedere negli altri Paesi europei. Di questo la Soprintendenza dovrà tenere conto per non rischiare di fare un pesante autogol anche in chiave turistica, lasciando le città d’arte e di cultura senza servizi per i turisti.

Sono altrettanto certo che delle regole vadano date e che gli spazi di suolo pubblico per i dehors debbano essere concessi dalle amministrazioni comunali calcolando gli spazi in base all’area di somministrazione interna posseduta dall’attività, in modo da assicurare una leale concorrenza tra imprese, ma anche servizio e qualità adeguati. Se un ristorante è nato con una cucina capace di servire 50 coperti, non può d’un tratto essere in grado di servirne 150: non ha né mezzi né attrezzature per farlo e il rischio è che la quantità vada a discapito della qualità. 

Vorremmo dunque che le nostre amministrazioni e la Soprintendenza pensassero a regolamenti territoriali che permettessero ai pubblici esercizi di mantenere i dehors esterni anche se l’emergenza Covid è finalmente passata, sia per continuare a dare servizi all’esterno ormai diventati abitudineper tutti anche nelle stagioni più fredde, sia per dare lustro e richiamare turisti nelle città.

Poter utilizzare il suolo pubblico per le nostre attività è fondamentale, così come sarà fondamentale poterlo avere a disposizione ad un prezzo giusto che non vada a vanificare il lavoro stesso. Non chiediamo più la gratuità degli spazi, ma il loro utilizzo e tariffe proporzionate”.