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Cronaca 16:09 | 07/06/2019 - Santarcangelo

Gli imperatori della Santarcangelo Bike non deludono

Quest’anno alcuni ciclisti della Santarcangelo Bike hanno voluto affrontare la sfida della Rando Imperator, una Randonnee di 650 Km (da Monaco di Baviera a Ferrara), l’unica che attraversa quattro stati diversi. Dalla verde Baviera in Germania alle salite austriache del Tirolo, poi la Val Venosta in Alto Adige, Bolzano e la discesa a sud lungo l’Adige, passando per Trento, costeggiando il Mincio fino a Mantova, poi l’argine del fiume Po fino a Ferrara. Una sfida con se stessi lunga appunto 650 km, lungo la Via Claudia Augusta, l’antica strada romana che collegava il Danubio al Po e all’Adriatico, da percorrere entro un tempo limite di 43 ore.

I Quattro temerari dell’impresa sono stati Giuliano Catalani, Barbara Mondaini Maurizio Ghinelli e Filiberto Baccolini. Quindi, sabato 4 maggio, alle 4,30 di mattina tutti pronti a partire da Monaco, per percorrere la ciclabile lungo il fiume Isar, i partecipanti sono quasi 300. Si pedala nel bosco e questo ha un fascino unico, tanti ciclisti silenziosi che illuminano la notte con le loro luci e il loro entusiasmo, non si parte piano, la notte è umida, ma si è attrezzati per il freddo anche perché le condizioni meteo non sono delle migliori.

Nel giro di poche ore albeggia e il paesaggio è misterioso e affascinante lungo le ciclabili, con la brina e la nebbia che si alza lentamente. Gli occhi possono godere per tutto il tempo della bellezza della natura e dei luoghi che non abbandona mai i ciclisti e in questo modo è più facile faticare. Il primo controllo è a Garmisch dopo 100 km percorsi molto velocemente, la giornata è bella e a volte appare anche il sole, il gruppo affronta le due salite della giornata il Fernpass prima e il passo Resia che porterà in Italia. Non manca la sosta con foto di rito al lago di Resia col suo splendido campanile che svetta nel centro del lago. Nonostante una caduta di Filiberto e la bici con problemi il gruppo non molla, fino ad arrivare a Bolzano dove un albergo e un po’ di meritato riposo attende i nostri ciclisti. Nella sera il tempo peggiora di brutto; acqua e vento forte e il mattino seguente è anche peggio con freddo e neve caduta nelle vicinanze. Visti i presupposti non tutti decidono di proseguire con i 300 km che ancora mancano a Ferrara, il meteo non invoglia, anzi per partire sotto la pioggia intorno alle 4 di mattina c’è bisogno di un atto di forza notevole! Già dopo pochi chilometri il freddo aggredisce, l’unico stratagemma per vincerlo, è pedalare veloce per scaldarsi, dove è possibile senza rischiare. Circa 80% dei partecipanti ha abbandonato la competizione per le avverse condizioni meteo e per il freddo. I punti di ristoro/controllo in questi casi diventano come delle oasi nel deserto capaci, anche se per poco di donare sollievo. Sul Garda era allerta meteo e le ciclabili sembravano dei campi di battaglia per riuscire a percorrerle bisognava scavalcare alberi e rami tranciati per il forte vento, erano più i pezzi in cui si doveva sollevare la bici rispetto a quelli in cui si pedalava. Nonostante il freddo, mani e piedi zuppi di acqua, il morale dei ciclisti clementini è rimasto buono, determinati a portare a casa quel brevetto per avere così il lasciapassare alla Randonnee più ambita di tutte, la Parigi Brest Parigi. La gioia è stata tanta sui loro volti, quando alla fine sono riusciti ad arrivare al Castello Estense di Ferrara e lì hanno potuto porre fine alle sofferenze. Anche l’arrivo ovviamente è stato sotto l’acqua, che come una fedele compagna per tutta la domenica non li ha mai abbandonati.