Il Comitato per l’Oasi di Torriana Montebello chiama a raccolta i sindaci dell’Unione della Valmarecchia. A tutti loro è rivolto l’appello per un incontro urgente che possa portare ad appoggiare la richiesta di ripristino dei confini originali dell’Oasi, dopo la decisione di riduzione dei 2/3 dell’area protetta da parte della Regione Emilia Romagna “con conseguente distruzione del valore identitario e ambientale del territorio su cui avevano investito per decenni sia il pubblico che il privato – spiegano dal Comitato -”. Il fine dichiarato di questa scelta “sarebbe la riduzione della pressione dei cinghiali sui terreni agricoli. E quindi sono innegabili – proseguono - il fallimento, il danno e il mancato confronto che a nostro parere pongono l’obbligo di ripensare quella sciagurata decisione”.
A conforto di questa tesi arrivano i numeri ufficiali degli abbattimenti di cinghiali, che nella stagione venatoria 2018/2019 con i confini dell’Oasi ancora intatti rispetto a quelli segnati nel 1992 sono stati 1.051, a fronte dei 1.053 della stagione venatoria appena conclusa. “Praticamente gli stessi capi abbattuti, nonostante si siano svolte braccate con continuità dentro ai vecchi confini dell’Oasi, anche in prossimità del Santuario della Madonna di Saiano, addirittura in concomitanza con le festività più sacre. Oltretutto, i cinghiali cacciati dall’Oasi si sono distribuiti nella pianura coltivata con maggiori danni all’agricoltura”.
Al primo cittadino di Poggio Torriana, Ronny Raggini “che abbiamo incontrato la scorsa settimana, abbiamo chiesto di farsi portavoce presso i sindaci dell’Unione per organizzare un incontro”. Il Comitato vuole illustrare le proprie proposte sul tema dell’abbattimento dei cinghiali e denunciare lo stallo in cui vertono le richieste del Comitato presso la Regione Emilia Romagna. “Siamo sconcertati dal comportamento della Regione – dicono -. Abbiamo chiesto all’Assessorato regionale competente di rispettare gli impegni assunti dallo stesso prima delle elezioni, ma la nostra motivata richiesta non ha ricevuto risposta, così come i solleciti successivi”.
Questi i punti della proposta del Comitato per risolvere concretamente il problema dei cinghiali, il vulnus della democrazia e il rispetto del valore identitario di questo territorio.
- Autorizzare gli agricoltori di Torriana e Montebello alla cattura dei cinghiali con chiusini, che si è rivelato essere più efficace e viene adottato nei territori con particolare valenza ambientale come Oasi e Parchi;
- Togliere i limiti di capi abbattuti con i metodi selettivi delle altane;
- Assunzione da parte della Regione Emilia Romagna di un provvedimento limitativo per la sospensione della caccia ai cinghiali con metodo della braccata in tutto il territorio originale dell’Oasi (LR 15/02/1994 n. 8 Art. 51);
- Aprire un vero confronto con Regione Emilia Romagna, Provincia di Rimini, Comuni e cittadini del territorio per decidere in merito al ripristino dei confini originali dell’Oasi di Torriana Montebello.
“Nel caso in cui – concludono – i punti trovassero consenso, chiediamo ai sindaci dell’Unione di farsi promotori di un tavolo di confronto con la Regione e la Provincia. Al momento rimaniamo in attesa di ricevere cenni di risposta, non solo per noi, ma per riuscire a dire qualcosa alle generazioni future che ci hanno prestato questo territorio”.