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Parafrasando la celeberrima strofa di quel singolo degli Indeep, almeno una volta a molti di noi è capitato che un Dj ci “salvasse la vita” (Last Night a D.J. Saved My Life, 1982). Forse è stato in altri tempi e probabilmente con un significato metaforico e non reale! E’ vero, però, che negli ultimi decenni la figura del Dj ha assunto una importanza sempre maggiore nel mondo dell’intrattenimento, delle scelte musicali collettive e, più in generale, nell’industria del loisir, rispetto alla quale la Riviera romagnola, modestamente, ha una grande voce in capitolo. Un conto è parlare del Dj, un conto è parlarci con. E’ quanto avvenuto a Riccione sabato scorso durante un incontro organizzato dall’associazione di promozione sociale Riccione Sì, presso Autentico Cucina&Altro di viale Ceccarini 109. Tre importanti professionisti, Thor, Rafael Nunez e Lappa, tra loro molto diversi per storia, esperienze e personalità, seduti intorno ad un tavolo, hanno conversato con la moderatrice Ilaria Panzini ed un pubblico numeroso ed attento. Da tutti è stata particolarmente gradita la presenza di Claudio Cecchetto che è intervenuto portando i suoi saluti e la sua testimonianza. Dalla fine degli anni ’90 il mestiere del Dj è profondamente cambiato soprattutto grazie alla disponibilità e diffusione della tecnica che ha reso sempre più facile la selezione della musica. L’upgrade professionale è stato dunque quello di farsi protagonisti di proposte musicali nuove e di essere in grado di proporre sonorizzazioni di ambienti studiate ad hoc per le più varie situazioni, dai matrimoni, agli eventi pubblici, al mondo dell’expo e del business. Thor, in specifico, ci ha raccontato di come abbia puntato sempre di più su una professione di sound designer, contando anche su una laurea in Ingegneria. Rafael Nunez, con la sua simpatia contagiosa, ha ripercorso la storia delle discoteche e delle radio in riviera, a partire dagli anni ’80 con la sua presenza a Radio San Marino, l’esplosione della musica latina con la Lambada, diventata improvvisamente tanto popolare che lui stesso doveva insegnarne i passi agli aspiranti ballerini. Riccione, poi, con una mitica festa di compleanno di Attilio Cenni al Beach Paradise, viene consacrata come the place to be della musica latina e della creatività musicale che nasce inevitabilmente dalle contaminazioni. Dal liscio al latino, con Raul Casadei nasce il “latino – romagnolo” e le orchestre tradizionali un po’ in crisi d’identità, trovano in questa buena onda la linfa vitale che serve loro per ripartire. Tutto questo probabilmente dj Lappa (al secolo Lapadula) non lo ha potuto vedere. Lappa, infatti, ha 29 anni e di professione fa il programmatore. Rappresenta un’altra storia, anni nei quali forse il ruolo di Rimini e Riccione come luoghi baluardo della musica disco/lounge è stato un po’ dimenticato. Ma non per questo dj Lappa è meno determinato e convinto della sua musica. La storia è qui, dicono tutti all’unisono, dobbiamo scriverne nuovi entusiasmanti capitoli. “Un tempo c’era chi diceva, quest’anno non vado a Miami, scelgo Riccione” e parte del merito era anche dei templi della musica e dei loro “cerimonieri”, come dice Cecchetto: “il dj può decidere se la serata sarà bella oppure no; io non sapevo ballare ma amavo tanto la musica, allora ho fatto il dj”. Da dove ripartire, in considerazione del periodo molto buio che abbiamo attraversato e che tuttora stiamo vivendo? Si conclude l’incontro con alcuni saggi suggerimenti dai nostri dj’s e dal pubblico, come per esempio diversificare gli orari della musica, definire regole chiare per i locali e farle rispettare, o ancora pensare a sonorità più soft e ridurre i numeri complessivi delle persone per evitare i tristemente noti assembramenti. Spunti evolutivi? Legare alla musica dei messaggi fondamentali come il rispetto per l’ambiente o contro le violenze sulle donne.
Roberta Sapio
