Rendere più equo l’accesso alle scuole di infanzia comunali, attraverso criteri più adatti a leggere i bisogni e le caratteristiche delle famiglie di oggi. Con questo approccio la Giunta del Comune di Rimini ha approvato i criteri per l’accesso alle scuole di infanzia comunali per l’anno scolastico 2021/2022. In particolare si è intervenuto per un maggiore sostegno di particolare categorie di genitori e per armonizzare i punteggi relativi all’occupazione, favorendo un maggiore equilibrio tra chi lavora a tempo pieno, i precari e quelli che, pur non lavorando, hanno iniziato un percorso di ricerca attiva attraverso le reti formali delle agenzie per il lavoro. L’obbiettivo è evitare di discriminare chi, in un mondo del lavoro totalmente cambiato rispetto al passato, è occupato in maniera saltuaria, ed evitare quella spirale negativa per cui, le mamme che non lavorano, si vedono costrette a non cercarlo nemmeno, per accudire i propri figli. Tra le categorie a cui saranno riservati punteggi maggiori, i genitori (o altri figli) inabili al lavoro al 100%, e i genitori vittime di violenza di genere, facenti parte di un percorso di protezione e reinserimento, di emancipazione e autonomia, nel triennio precedente la data di presentazione della domanda (attestato da centro antiviolenza).
“Criteri di maggiore equità ed equilibrio– sottolinea Chiara Bellini, Vice Sindaca con delega alle politiche educative – con l’attenzione al dinamismo dell’attuale situazione lavorativa e occupazionale, e per chi è più in difficoltà. Misure coerenti con quanto era già stato annunciato in campagna elettorale, che rispondono al bisogno di leggere una società nuova e oramai profondamente diversa da quella anche solo di qualche anno fa. Novità che approfondiremo con la dovuta attenzione all’inizio del nuovo anno, attraverso una conferenza stampa dedicata alle tante novità inerenti il prossimo anno scolastico. Scelte che, sommandosi alle misure già approvate, a partire dalla gratuità dei nidi comunali, vanno nella direzione di una Amministrazione che pone al centro dello sviluppo sociale la scuola e l’educazione per tutti, a partire da chi è più in difficoltà”.