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Cronaca 18:30 | 01/01/2025 - Rimini

La ricostruzione dei Carabinieri e della Magistratura sul grave fatto di sangue di stanotte a Villa Verucchio

Nel pomeriggio odierno presso il Comando provinciale i Carabinieri di Rimini, insieme al procuratore capo Elisabetta Melotti, hanno ricostruito i gravi fatti avvenuti la notte del 31 dicembre a Villa Verucchio.

Intorno alle 22.30 i carabinieri della Stazione di Villa Verucchio e della Compagnia di Novafeltria hanno ricevuto una segnalazione al numero di emergenza 112 da parte di residenti che riferivano di un’aggressione ai danni di un giovane in piazza I Maggio. Sul posto, i militari hanno accertato che uno sconosciuto si era avvicinato ad un 18enne del luogo, intento ad acquistare tabacchi e, senza dire nulla, lo aveva ripetutamente colpito da dietro, alla schiena e al volto, con un’arma da taglio. Dopo meno di un’ora l’aggressore è stato individuato vicino al luogo dell’agguato, ancora armato di un grosso coltello con una lama di 22 centimetri. L'uomo, un cittadino egiziano di 23 anni, regolare sul territorio, arrivato in Italia circa due anni fa presentando una richiesta di protezione internazionale, accolta. Attualmente, tramite un progetto ministeriale, era ospite di una cooperativa sociale del luogo. Risiedeva in un appartamento insieme ad altri stranieri. Il 23enne si era reso intanto responsabile, pochi istanti prima, del ferimento di altre tre persone, anche queste scelte senza apparente motivo: un altro giovane 19enne, colpito alle spalle come il primo, e una coppia di turisti romani sulla settantina. 

L’equipaggio dei Carabinieri di Villa Verucchio gli ha intimato ripetutamente di deporre a terra il grosso coltello ma il giovane in risposta si è avvicinato ai militari brandendo l’arma, urlando frasi in arabo e scagliandosi poi contro il Comandante della Stazione. Questi, estratta la pistola d’ordinanza, è inizialmente arretrato per mantenersi a distanza dal 23enne ma, di fronte al repentino avvicinamento, ha reagito. Dopo aver ancora intimato di arrendersi, ha esploso con la pistola alcuni colpi: i primi di avvertimento a terra e i successivi, quando ormai l’aggressore gli si stava pericolosamente avvicinando, indirizzati alla sua figura ferendolo mortalmente. In totale sono stati 12 i colpi esplosi. I quattro feriti erano intanto stati trasportati presso il pronto soccorso dell’ospedale “Bufalini” di Cesena, non sono in pericolo di vita e sono stati tutti dimessi ad eccezione del turista romano, sottoposto a intervento chirurgico perché uno dei colpi gli ha quasi perforato un polmone. Per gli altri le prognosi sono di 20-30 giorni.

All’aggressore sono imputati quattro tentati omicidi: i suoi colpi sarebbero potuti essere fatali e sono stati reiterati. Il comandante della Stazione di Villa Verucchio è indagato, come atto dovuto, per eccesso colposo di difesa. Si tratta di un militare esperto che è anche istruttore di tiro. Sono stati acquisiti video realizzati da alcuni passanti da cui si potrebbe risalire al significato delle frasi urlate dal 23enne prima del tragico epilogo. Addosso aveva un cellulare, un Corano tascabile e un oggetto per accompagnare la preghiera. Nella sua stanza è stato rinvenuto un farmaco antipsicotico, anche se al momento non è dato sapere se fosse seguito e se fosse sottoposto a cure specifiche. “Allo stato attuale non si hanno certezze di alcun tipo”, ha precisato il procuratore capo di Rimini, Elisabetta Melotti. Non si può escludere quindi nessuna ipotesi: dal gesto riconducibile al terrorismo religioso a quello di una mente disturbata.

La salma, su disposizione dell’autorità giudiziaria, è stata trasportata in obitorio per il successivo esame autoptico. L’autopsia sarà svolta, probabilmente già giovedì, dalla dottoressa Fedeli. Le indagini da parte dei carabinieri del Comando Provinciale di Rimini, coordinati dalla Procura della Repubblica di Rimini, serviranno per chiarire i tanti punti ancora oscuri di questa tragica vicenda.

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