Il ricorso contro il Comune di Rimini per l’importo della tassa di soggiorno, che avrebbe dovuto versare nel 2023 rigettato. Si è così espressa la Giustizia Tributaria di primo grado contro i proprietarie di un residence. Motivo del ricorso appunto il fatto di non aver versato quanto richiesto dalle tasse comunali in materia. Per questo il riesame della pratica è risultatato inammissibile. La struttura ricettiva aveva contestato i 33mila euro dovuti per il versamento della Tassa di soggiorno. Circa un anno orsono aveva presentato istanza, ritenendo errato il calcolo delle presenze imponibili. A quel punto il Comune di Rimini, analizzando la documentazione presentata, aveva accolto parzialmente l’istanza e ridotto l’importo da pagare a circa 24 mila euro. Una decisione che però non aveva soddisfatto la società che gestisce il residence, che a quel punto aveva presentato un secondo ricorso. Questo è stato ritenuto inammissibile dalla Corte, in quanto l’atto impugnato, cioè l’avviso originario di accertamento, era già divenuto con il passare del tempo definitivo. La società è stata così condannata anche al pagamento delle spese processuali. Questo risulta essere uno dei casi più significativi degli ultimi mesi, nel recupero dell’evasione dell’imposta di soggiorno che impegna molto gli uffici competenti. Nel 2024, avvalendosi dell'esperienza accumulata e con il supporto di nuove competenze esterne in ambito catastale ed informatico, gli addetti sono riusciti ad accertare circa 430 mila euro di importo evaso, erano 458 mila nel 2023. Lo scorso anno l’imposta ha portato nelle casse comunali 14,2 milioni di euro, la cifra più alta degli ultimi 5 anni.
Cronaca

16:04 - Rimini