Un matrimonio con migliaia di invitati: si chiama “Dolce Amore” ed è il grande evento dedicato alle nozze organizzato il 17 maggio a Napoli da Apei, l’associazione capitanata dal maestro “Iginio Massari” che raggruppa i migliori pasticceri quali “ambasciatori” delle dolcezze artigianali italiane. Oltre 60 grandi professionisti arrivati da tutte le Regioni d’Italia si sono dati appuntamento nel capoluogo partenopeo per esporre le proprie torte nuziali affascinando tutti i futuri sposi e “non”. Veri e propri capolavori artigianali da gustare. Da quelle classiche alle più moderne: tutte meravigliose, ognuna con la sua particolarità che fa riconoscere “la mano del maestro” che l’ha creata.
Unico pasticcere romagnolo presente alla kermesse è Paolo Staccoli della pasticceria Staccoli di Cattolica che presenta due torte davvero curiose in stile “gravity cake” ossia torte che sfidano la forza di gravità, che sembrano “dover cadere”.
Ma perché proprio queste torte? Lo chiediamo direttamente a Paolo che ci risponde così:
“Pensando al “matrimonio perfetto” la mia mente va verso una parola: Equilibrio.
Ognuno dei due sposi ha la propria personalità, pregi e difetti; un buon equilibrio tra tutti questi fattori non può che portare ad una lunga, serena ed armoniosa vita insieme. Armonia e Serenità, i nomi che ho voluto dare alla mie due torte, sono per me i pilastri fondamentali per raggiungere un buon equilibrio personale e quindi il proprio benessere e, in caso del matrimonio, benessere della coppia.
A ragion di ciò ho voluto rappresentare questo concetto realizzando due torte gemelle e speculari che si distinguono unicamente per i colori: Il color pesca rappresenta “il femminile” ed il concetto di “Armonia” mentre il blu “il maschile” e la “Serenità”. Andando oltre il colore, l’armonia per me è rappresentata visivamente dai “mandala” le raffigurazioni circolari che da centinaia di anni sono il simbolo di concentrazione, calma, meditazione, equilibrio. Per ultimo, ho voluto realizzare le due torte con lo stile “Gravity” per portare l’attenzione proprio sull’obbiettivo finale ossia… l’equilibrio. La parte mancante destabilizza lo sguardo dell’osservatore: spicca subito l’impossibilità del “non cadere” ma ecco la risposta: talvolta basta poco per far sì che l’impossibile diventi possibile. Basta qualche cosa di delicato come una rosa che, una sull’altra creano una cascata di leggerezza in grado di sostenere il peso della parte restante e di rimettere tutto in perfetto equilibrio.”