Nadia Mauri (nella foto) è una signora riminese di 54 anni messa in cassa integrazione in deroga a causa del Covid. Una come tanti, purtroppo segnata da un destino comune a tanti ma non a tutti. Da marzo 2020 ad oggi l’Inps o l’ente preposto ancora non le ha versato una mensilità di quanto avrebbe dovuto. Nadia ha tre figli che vanno a scuola, deve pagare ogni mese la rata del mutuo e come tanti ha chiesto aiuto. A chi se non ai propri datori di lavoro? I quali, compresa la delicata situazione economica, hanno anticipato la cassa integrazione di marzo ed aprile con l’impegno di vedersi restituire le somme in questione non appena la dipendente fosse stata raggiunta dai versamenti dell’Inps. Cosa che, però, ad oggi non è ancora avvenuta.
“Sembra facile – dice Nadia, la quale ci tiene a precisare di voler raccontare il suo caso perché possa essere di aiuto anche per altri lavoratori nella sua stessa situazione – ma raggiungere telefonicamente l’Inps è impresa che sarebbe difficile anche per i servizi segreti. Tentativi ne ho fatti a iosa, quando va bene che sembra possibile parlare con un operatore o con l’ufficio incaricato ecco che cade la linea. Uno pensa che sia un caso ed invece è sempre così. Ho chiesto lumi all’Inps di Rimini, ma loro non c’entrano nulla. Qui i soldi non arrivano e io sono in attesa anche di agosto, settembre e ottobre ormai. Fino a dicembre sono in Cigs, quando mai verrò pagata? Non si può vivere in questo modo, qualcuno mi dice che all’Inps fanno così quando i soldi sono finiti. Ma allora cosa ci promettono da Roma? Con quale faccia il governo o il premier ci vengono a dire che tutelano tutti coloro che a causa del Covid non possono lavorare. Ed il mio non è un lavoro che posso fare a distanza. Quindi – conclude - rivolgo un appello. Aiutate non solo me, ma tutti coloro che sono nella mia stessa situazione. O non sapremo dove sbattere la testa”.