Un nuovo regolamento che disciplina le modalità di trattamento, conservazione e accesso ai dati personale dei sistemi di videosorveglianza che, rispetto a quello del 2008, si configura come più snello e allineato con il rinnovato quadro normativo in materia di privacy, soprattutto dopo gli aggiornamenti introdotti dal GDPR (General Data Protection Regulation) europeo del 2018.
Si tratta, per l’esattezza, di un documento composto da 15 articoli frutto di un lavoro di squadra tra la Polizia Locale e l’amministrazione comunale, con il quale si vuole garantire, in aderenza con le esigenze del mondo d’oggi, che l’attivazione dei sistemi di videosorveglianza gestiti e impiegati dal Comune si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all’identità personale. Un regolamento che a settembre approderà in Commissione per poi essere sottoposto al voto del Consiglio comunale.
Attuazione di un sistema di sicurezza integrata, tutela della sicurezza urbana e e pubblica, tutela del patrimonio comunale, tutela della protezione civile e della sanità pubblica, tutela della sicurezza stradale, tutela ambientale e polizia amministrativa, prevenzione, indagine, accertamento e perseguimento di reati o esecuzione di sanzioni penali, arresto in flagranza differito, incolumità dei lavoratori: sono questi, stando al dettato dell’articolo 5, i campi e le finalità d’azione su cui si deve 'muovere' la strumentazione per la videosorveglianza, compreso il trattamento di dati personali che possono essere rilevati da telecamere di contesto o di lettura targhe connessi a black/white list o altre banche dati, in grado di verificare la regolarità di un transito di un veicolo.
Inoltre, il comune può dotarsi di body cam, dash cam, droni, telecamere riposizionabili e altri dispositivi mobili con modalità da disciplinare con un apposito provvedimento del settore competente.
Una delle novità centrali rispetto al regolamento comunale che andrà in pensione è iscritta nell’articolo 6 e riguarda il tema della videosorveglianza partecipativa, che, come suggerisce il nome, prevede il coinvolgimento dei soggetti privati per la realizzazione dei singoli impianti di videosorveglianza.
Impianti che devono essere orientati comunque su aree o strade pubbliche o a uso pubblico, nel rispetto dei principi del presente regolamento e le cui immagini dovranno essere visionate esclusivamente dalla Polizia Locale o forze dell’ordine, non dai soggetti stessi. Il Comune, dal suo canto, potrà deliberare a favore dei soggetti ammessi l’introduzione di detrazioni dall’imposta municipale propria (IMU). Un regolamento, in sintesi, la cui pietra miliare è costituita dal regolamento europeo GDPR del 2018 che ha apportato delle modifiche radicali intorno all’universo della privacy, a partire dal loro trattamento e dalle importanti evoluzioni degli ultimi anni in materia di innovazione dei dispositivi tecnologici, con tutte le implicazioni ad essi correlate.
“Si aggiunge una nuova costola al macro percorso che è partito con la definizione strategica degli impianti di videosorveglianza e che ora si integra con uno strumento a disposizione della Municipale e dei cittadini per quanto concerne il campo della privacy e del contributo dei cittadini nell’implementazione della rete di videocamere cittadine regolato dall’art. 6 - è il commento dell’Assessore alla Polizia Locale del Comune di Rimini, Juri Magrini -. Un regolamento che mira ad essere chiaro, al passo coi tempi e facilmente adattabile alle esigenze del contesto in cui è calato. Quello delle videocamere è un asset su cui come amministrazione abbiamo avviato un investimento cospicuo, arrivando ad oggi a una rete di 274 video-telecamere già in funzione diffuse sul territorio, in un abbraccio che va dal lungomare al centro storico, senza dimenticare le zone del forese, a tutela della sicurezza collettiva. Un nucleo a cui si aggiungerà la nuova flotta di 'occhi elettronici’: 11 in arrivo per la copertura dell’area di Borgo Marina, 14 per il lungomare Nord e altre 6 nei pressi della rotatoria Bigno. Di recente, inoltre, abbiamo vinto un bando ministeriale di circa 300 mila euro nell’ambito del Decreto Sicurezza che ci permetterà di installare ulteriori 30 telecamere – tra panoramiche e a lettura targhe modello OCR – lungo la Statale 16. Un iter che punta ad accrescere la sicurezza pubblica e allo stesso tempo a prevenire e disincentivare comportamenti illeciti e potenzialmente pericolosi”.