Nel pomeriggio di sabato 25 giugno i militanti del Movimento Nazionale - La Rete dei Patrioti e di Casapound Italia hanno manifestato nei pressi della locale stazione ferroviaria per sensibilizzare la cittadinanza circa il preoccupante fenomeno delle baby-gang e ricordare alle istituzioni il diritto alla sicurezza.
"Sono sempre più frequenti e sempre più preoccupanti - si legge in una nota - i fatti di cronaca, locale e nazionale, riportanti le scorribande perpetrate da gruppi di giovanissimi. Molto spesso composte da stranieri (anche di seconda generazione), le c.d. ‘baby-gang’ minano il quieto vivere di esercenti, turisti e semplici cittadini. Come successo poche settimane fa a Peschiera, la criticità di tali avvenimenti si acutizza quando le vittime sono, ad esempio, ragazzine indifese. Anche la riviera romagnola non è nuova a rapine, risse, vandalismi e violenze varie: la stessa Rimini, la vicina Riccione senza dimenticare quanto successo nelle precedenti estati in quel di Cesenatico. Queste sono pertanto le motivazioni che ci hanno spinto in piazza, nei pressi della locale stazione ferroviaria, simbolo per eccellenza di quel senso di insicurezza che criminalità diffusa e degrado sociale comportano. Un luogo, quello delle località di servizio adibite al movimento dei treni, che prima di altri ha dovuto fare i conti con le suddette problematiche. E’ il biglietto da visita della nostra città: in questi giorni per i tanti turisti che affollano le spiagge, durante l’anno per studenti e pendolari che raggiungono Rimini quotidianamente. Una manifestazione aperta a chiunque si riconosca nel simbolo del tricolore, l’unica bandiera che rappresenta questa terra e il suo popolo. La nostra presenza in piazza, tanto simbolica quanto determinata, vuole spingere ad un’ulteriore riflessione, ossia la presa di coscienza del fallimento di scriteriate politiche migratorie. A differenza dei tanti indignati da tastiera non crediamo che nel lungo periodo repressione e militarizzazione delle città siano vie perseguibili e sostenibili. Il nodo del problema (sociale e culturale) è che anche in Italia inizia a radicarsi il ‘modello banlieue’. Lungi da ogni complottismo prendiamo atto che, dati statistici alla mano, nell’ultimo decennio c’è stata un’impennata di movimenti migratori provenienti dalle coste nordafricane che ha riguardato in prevalenza giovani maschi. Siamo in piazza - si conclude - soprattutto per sollecitare una seria e lungimirante risposta politica: sulla sicurezza non si può scendere a compromessi, non possono esistere paletti ideologici. Lo chiediamo noi, ma soprattutto lo chiedono tanti italiani".