Nel decimo anniversario della sua apertura al pubblico la Domus del Chirurgo, è stata al centro della scena della XIX edizione del Festival del Mondo Antico, da lei ispirata. Nei giorni del Ponte dell’Immacolata migliaia di persone hanno visitato il sito archeologico e il Museo della Città e partecipato con grande interesse agli eventi che il festival ha dedicato a questo importante ritrovamento. Una scoperta capace di attrarre l’attenzione non solo dei cittadini e dei turisti, degli adulti e dei ragazzi, ma anche di conquistare sempre più la scena internazionale degli studi nel campo dell’archeologia e della storia della medicina.
Particolarmente seguiti nel Festival sono stati gli appuntamenti che hanno visto gli studiosi comunicare novità e aggiornamenti sulla lettura dello scavo e dei materiali che approfondiscono le conoscenze della medicina nel mondo antico. E che hanno inoltre evidenziato l’unicità del ritrovamento che sempre più si qualifica quale punto di riferimento per chiunque voglia esplorare la medicina di età classica, come dimostrato dagli interventi al Festival di relatori stranieri.
Molto apprezzate le proposte che hanno avvicinato il pubblico attraverso le ricostruzioni storiche e le attività esperenziali, proposte che hanno coinvolto il pubblico di tutte le età. Come sempre entusiastica la risposta dei giovani che hanno partecipato numerosissimi agli eventi dedicati alle Scuole ad apertura della manifestazione. Ma che anche sono stati protagonisti di laboratori e visite guidate o attivamente partecipato all’organizzazione come i volontari del Servizio Civile e gli studenti dell’Istituto “Marco Polo” coinvolti nel progetto di “Alternanza Scuola-Lavoro”.
Oltre agli appuntamenti con ospiti noti anche al grande pubblico,tra i quali Alessandro Barbero, Remo Bodei, Giovanni Brizzi, Monica Centanni, il pubblico ha seguito con interesse gli incontri. affidati a esperti di altissimo livello, da Luigi Capasso a Francesco Maria Galassi, da Marino Niola e Elisabetta Moro a Sergio Sabbadini, da Fabio Isman a Giovanni Camilleri, da Piero Boitani a Jacopo Ortalli, da Stefano De Carolis a Ralph Jackson, da Maria Giuseppina Muzzarelli a Patrizia Magnani, da Andrea Lollini a Marco Guidi, da Pino Donghi a Kristina Killgrove, da Denise Lombardi a Sonia Migani ad Anna Bondini …
L’omaggio al Festival di Carlin Petrini e il reading di Alessandro Vanoli e Lino Guanciale a chiusura della manifestazione, così come tutti gli interventi, hanno colto aspetti diversi del “prendersi a cuore”, chiave di lettura dell’edizione 2017 che ha ispirato anche le mostre inaugurate nella tre giorni: Affreschi romani ad Ariminum, a cura di Francesca Fagioli, Riccardo Helg, Angelalea Malgieri, Monica Salvadori, nata all’interno del progetto scientifico Tect dell’Università di Padova/dBC (fino all’11 febbraio) e La Seconda Soglia, installazione di Elisabetta Casella nell’ambito del progetto di Denise Lombardi e Francesca Fiorito in collaborazione con l’ISUR (Scuola Superiore di Filosofia Orientale Comparativa (fino al 7 gennaio).
Ancora una volta il Festival ha animato il cuore antico di Rimini e del suo territorio regalando al Museo e alla Domus un’atmosfera partecipata e vissuta con il piacere di chi trova nell’antico le radici del presente e del futuro. Confermando, anche in condizioni atmosferiche non sempre favorevoli, la voglia di essere presente ad un appuntamento che ha richiamato oltre 5.000 persone.