Si era inventata tutto. Saluto fascista, statue di Mussolini, cameriere accusato di chissà quale reato. La famiglia senegalese che fece un putiferio per quello che (non) accadde al ristorante “Tana Marina” di Viserbella ora finisce nell’occhio del ciclone. In particolare la donna, che vive a Imola, e che inscenò una gazzarra per un fatto che non successe almeno così come lo ha raccontato. Non lo diciamo noi, ma lo dicono i carabinieri che dopo mesi di indagini e riscontri hanno accertato la verità riabilitando il locale, chi ci lavora e l’immagine della proprietà. Ma alla fine chi paga il conto? Forse tutti quelli che si presentarono il giorno dopo in strada a protestare per quanto raccontato dalla senegalese? No, per carità. Non paga nessuno. Almeno, per una questione di correttezza e di stile, sarebbe elegante che chi aveva inizialmente messo alla gogna cameriere e locale avesse la compiacenza di chiedere scusa. Ma vedrete che sono spariti tutti.
Cronaca
20:05 - Romagna