L’attività motoria si fa sempre più inclusiva grazie al progetto comunale ‘Borsa di Sport’: un’iniziativa che, con una recente determina approvata dalla Giunta, verrà ulteriormente implementata attraverso delle risorse regionali per sostenere l’accesso alla pratica sportiva dilettantistica dei giovani con disabilità o appartenenti a nuclei familiari con quattro o più figli.
Si tratta di una somma complessiva pari a 13.200 euro che permetterà di allargare la platea di beneficiari del voucher e la quantificazione del rispettivo beneficio economico, con particolare attenzione verso le famiglie numerose con una situazione economica difficile e verso i ragazzi che hanno delle disabilità, così da contrastare l’aumento alla sedentarietà e l’abbandono allo sport, due fenomeni che purtroppo hanno registrato un sensibile incremento soprattutto dopo la pandemia e tra le persone con più difficoltà.
‘Borsa di sport’, lo ricordiamo, prevede infatti un sostegno alla pratica sportiva, organizzata da enti riminesi e svolta sul territorio riminese, dei bambini e ragazzi appartenenti a nuclei familiari con situazione economica disagiata, mediante l’assegnazione di contributi o sussidi a rimborso, parziale o integrale, del costo necessario allo svolgimento dell’attività sportiva.
“Si tratta di una misura importante che può dare respiro a diverse famiglie del territorio per le quali l’iscrizione dei propri figli alla pratica sportiva risulta un costo eccessivo, spesso insostenibile - commenta Moreno Maresi, Assessore allo Sport del Comune di Rimini -. Attraverso il potenziamento del progetto ‘Borsa di sport’ come amministrazione comunale abbiamo la possibilità di dare una risposta concreta a tante ragazze e tanti ragazzi di continuare a fare sport che, come sappiamo, rappresenta non solo uno strumento di crescita e di benessere fisico e psicologico, ma anche un importante veicolo di integrazione al tessuto sociale e di contatto con la città. Il diritto di accesso allo sport è fondamentale e, dato il suo alto valore educativo, sociale e formativo, deve essere sempre trattato come un tema primario da chi ricopre ruoli decisionali”.