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Cronaca 14:14 | 06/11/2020 - Rimini

"Più controlli e telecamere": la rabbia di gioiellieri, orefici e tabaccai

“Due colpi in poche ore nel cuore centro storico di Rimini ai danni delle gioiellerie fanno balzare alle cronache il tema della sicurezza. Un tema su cui bisogna assolutamente alzare l’attenzione – dice Onelio Banchetti (nella foto), presidente di Federpreziosi della provincia di Rimini - per non farsi trovare impreparati davanti a fatti che solamente per pura fortuna non portano a conseguenze ancora più gravi. Un furto in piena notte, un altro colpo dopo poche ore con il titolare costretto a difendersi dall’aggressione. I commercianti e i lavoratori non possono essere lasciati soli a difendersi. Un fatto di questo genere è un trauma psicologico enorme, impossibile da dimenticare, che va al di là del danno subito con il furto di soldi o preziosi in negozio. Per questo tutta la nostra solidarietà va agli esercenti, ai colleghi, vittime di questi criminali. Una vicinanza sincera, ma che non può bastare: è il momento di aumentare il controllo del territorio. Non vogliamo che ci scappi il morto prima che venga potenziato il servizio di controllo. Non possiamo essere lasciati soli: ci sentiamo vulnerabili. Servono più telecamere e più uomini con la divisa: il passaggio di un qualsiasi corpo delle forze dell’ordine sarebbe un ottimo deterrente per scongiurare furti e rapine. Di telecamere e videosorveglianza sentiamo parlare da anni, da decenni, ma non se ne vede il risultato reale. Per questo chiediamo urgentemente un incontro al Prefetto, ai rappresentanti delle forze dell’ordine e all’amministrazione comunale, per fare il punto su cosa è stato fatto per la sicurezza e cosa si deve urgentemente fare”.

“Servono tempi rapidi per arrivare a una videosorveglianza efficace ed efficiente – spiega Giorgio Dobori, presidente provinciale di FIT, Federazione Italiana Tabaccai, categoria che rientra tra quelle più a rischio - che non pensi solo a monitorare gli accessi dei veicoli, ma che sia un occhio attento su ciò che accade nelle vie. Per poter lavorare dobbiamo farlo in sicurezza. Il timore dei commercianti è costante: si è fatto molto, ma le circostanze quotidiane ci impongono di fare di più per contrastare la microcriminalità. Non vogliamo avere il terrore di alzare le nostre serrande sperando che non accada niente, non vogliamo ascoltare la paura dei nostri dipendenti al momento di andare a riprendere l’auto la sera, non vogliamo vivere e lavorare in una città che non ci fa sentire sicuri. Non è giusto per tutto l’impegno che ogni giorno mettiamo nelle nostre attività nonostante questo periodo difficilissimo e incerto, portando alla città qualità e decoro con le nostre vetrine accese e posti di lavoro per la comunità”.