Chi pensa che i social possano essere un terreno di conquista, da utilizzare per offendere e insultare tutto e tutti, ha davvero sbagliato. Infatti gli insulti, le minacce e "orpelli" vari scritti nel corso del tempo nei confronti di Edda Negri Mussolini, figliola di Anna Maria e nipote del "duce" Benito Mussolini, ha ottenuto la giustizia dovutale. Per la vicenda di cui trattiamo sopra, aggiunto ad un commento ad un video moditicato e apparso circa un anno or sono sul social media Tik-Tok, sono state identificate e quindi raggiunte dalla Polizia Postale (che aveva ricevuto denuncia dalla stessa Mussolini), ben quattro persone con altrettanti decreti penali di condanna. La notizia è apparsa su diversi quotidiani nazionali ieri. Questo a ribadire che i social "non sono terra di conquista per leoni da tastiera", ma testate soggette alle leggi penali e civili in corso.
In una intervista rilasciata dalla Signora Edda nel 2018, la stessa aveva positivamente disquisito sul valore affettivo che la tomba di famiglia a Predappio, ha sempre avuto per la famiglia Mussolini, chiedendo in pratica rispetto per il luogo e auspicando che nelle rievocazioni dei nostalgici, non vi fossero più eccessi. In un video pubblicato su Tik Tok, vennero create immagini non conformi al vero, fake, associando alle parole fotogrammi di movimenti estremisti, sempre non presenti nella sequenza originale. Questa modifica ha portato ad una vera e propria compilation di insulti, messaggi diffamatori e minacce di morte. A quel punto la Signora Edda Negri Mussolini aveva logicamente sporto denuncia querela alla Polizia Postale. Così sono partite le indagini. Alla conclusione delle stesse, gli inquirenti sono giunti ad una somma totale di quattro decreti penali di condanna, emessi dalla Procura della Repubblica di Rimini, nei confronti di altrettante persone meglio identificare in seguito. Soggetti che avevano rivolto alla Signora Mussolini le offese e minacce di maggior peso penale. Inflitti ai quattro condannati: 1.250 euro di multa, in luogo alla conversione della pena erogata. Archiviazione per l'accusa di diffamazione, in quanto non è giunta nessuna opposizione al decreto.