I morti dovrebbero avere tutti uguale rispetto eppure nella Rimini "aperta e plurale" pare non andare proprio così. È infatti oramai divenuta un appuntamento fisso la vandalizzazione dei giardini Vittime delle Foibe di Piazzale Carso, teatro lunedì sera, in occasione del Giorno del Ricordo, di una commemorazione alquanto partecipata. Ignoti, evidentemente accecati da un profondo odio ideologico ed antinazionale, hanno strappato via i tanti nastri tricolori che adornavano gli alberi del parco, sradicato dal terreno il palo con la targa commemorativa e strappato via tutte le corone d'alloro e i tantissimi fiori lasciati nei giorni scorsi. Un gesto che lascia tanta amarezza e che riaccende le polemiche sulla reiterata richiesta dell'installazione di una stele commemorativa, di cui oggi il parco è sprovvisto, sottoposta ad una stretta sorveglianza con l'uso di telecamere.
Per Mirco Ottaviani, promotore del corteo del 10 febbraio "il ripetersi di atti vandalici è un preoccupante sintomo di degrado per la nostra comunità e ci obbliga ad una seria riflessione. Non è concepibile infatti che dopo 60 anni di oblio oggi si tenti di minimizzare o giustificare le violenze contro i nostri connazionali compiute dai partigiani comunisti di Tito attraverso l'organizzazione di convegni ed eventi revisionisti con il silenzio compiacente delle istituzioni. Chi poi per rimarcare la sua posizione non si limita alle sole parole ma compie azioni di questo tipo che infangano la memoria delle vittime può considerarsi a tutti gli effetti nemico del popolo italiano."
Ad intervenire sul caso è anche Marina Mascioni, volto noto della destra riminese, che parla di "un atto vandalico assolutamente vergognoso e totalmente deprecabile contro il Ricordo delle Vittime delle Foibe e dell'Esodo dei nostri connazionali dopo la fine della guerra. È l'appalesamento di un Dna intriso di violenza, odio, pochezza valoriale ed è possibile altresì affermare che questi soggetti non possono essere identificati come Italiani quando essere Veri Italiani rappresenta tutt'altro. Ora ci aspettiamo da parte dell'Amministrazione Comunale una chiara risposta a tale vicenda oltraggiosa nei riguardi non solo di chi ha organizzato orgogliosamente e con onore la celebrazione del 10 febbraio, ma infinitamente oltraggiosa verso tutte le vittime e le generazioni successive alla tragica vicenda umana delle foibe. Allo stesso tempo ci aspettiamo fatti concreti relativamente al controllo dell'area di piazzale Carso."