Il sindaco di Riccione, Renata Tosi, ha dato mandato all’ufficio legale del Comune di Riccione di presentare un ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar), contro l’ordinanza della Regione Emilia Romagna in special maniera laddove si prevede la chiusura delle spiagge e auspicandone la revoca da parte della regione in autotutela. Il sindaco e l’ufficio legale stanno anche valutando la possibilità di presentare un ricorso alla Corte Costituzionale ravvisando l’irragionevolezza di limitazioni di diritti sanciti per legge.
“Ho detto subito e chiaramente - precisa la Tosi - che la chiusura delle spiagge da parte della Regione Emilia Romagna è un atto incomprensibile da più punti di vista. Punto primo non è stato motivato da comprovate esigenze sanitarie perché non si capisce come si possano aprire i parchi o cimiteri, permettere l’attività motoria anche oltre provincia, e chiudere chilometri e chilometri di spiagge in Romagna dove l’apertura verso il mare è salutare per le vie respiratorie. Punto secondo, non è chiaro come si possano vietare le spiagge a chi vive in Comuni costieri come quelli della Romagna e invece consentire il bagno al mare, come detto dal presidente del Consiglio impedendo però di attraversare la spiaggia. Dovremmo tutti buttarci dai porti? Punto terzo rovina l’immagine della romagna soprattutto dal punto di vista economico perché a pochi chilometri da noi nella costa marchigiana le spiagge sono accessibili. Questo significa calpestare il diritto al lavoro dei nostri operatori turistici riccionesi e romagnoli. Rovinare tutto il faticoso lavoro fatto fino ad oggi per dare visibilità alla costa romagnola nonché coraggio, apertura e spinta all’estate che per noi è sostentamento, è guadagnarsi da vivere, non uno sfizio. I ricorsi che presenterò sono una battaglia per i cittadini di Riccione e della Romagna che hanno il diritto di passeggiare al Mare, perché da noi la spiaggia è integrata nella città come un qualsiasi spazio verde. Rendere le spiagge inaccessibili fino al 18 maggio significa vanificare la stagione i comunque rallentarla sensibilmente . Comunque voglio cogliere l’invito del presidente della Provincia a non aprire uno scontro istituzionale proprio in questo momento emanando una ordinanza in conflitto con quella regionale, ma rimanendo profondamente convinti che l’ordinanza di Bonaccini, sul punto, sia insensata, inutile e priva di pareri tecnici scientifici a supporto, ad oggi non fornitici, e quindi confido che anche il presidente della Provincia proprio per le motivazioni dette se ne faccia altresì portatore affinché sia la stessa Regione a ritirarla in autotutela".