A prima vista sembra una congiura, ma non lo è, Cerchiamo di fare ordine su quello che sta succedendo alla Petroltecnica di Cerasolo di Coriano alla luce degli ultimi accadimenti. Allora, un paio di mesi fa i carabinieri del Noe (Nucelo Operativo Ecologico) sequestrato l'area industriale dell'azienda contestando irregolarità circa il recupero e lo smaltimento dei rifiuti. Immediata la reazione dell'amministratore delegato che contesta apertamente l'azione dei militari precisando che la fotografia allegata al comunicato stampa diffuso per l'occasione non era addirittura veritiera. Poco tempo dopo, a seguito di ricorso, arriva il dissequestro e l'azienda stessa ne dà notizia in conferenza stampa.
Arriviamo a venerdì scorso quando il Comune di Coriano attraverso un'ordinanza stabilisce il sequestro dell'area non per motivi ecologici, si badi bene, o che riguardano i rifiuti, ma per violazioni di carattere edilizio. Tutto bloccato per 45 giorni (il tempo necessario per sistemare le pratiche in sospeso) oppure un ricorso per ottenere la sospensiva dell'ordinanza davanti al Tar.
Oggi i dipendenti hanno portato scrivanie e computer in strada per protestare contro la decisione del Comune.
L'ordinanza comunale, ci preme sottolinearlo, non ha alcun collegamento con l'intervento dei carabinieri del Noe. Si tratta infatti di una conseguenza peraltro ben specificata di precedenti ispezioni ed avvisi alla proprietà circa le irregolarità contestate. Non aver adempiuto gli obblighi ha portato inevitabilmente alla decisione adottata.
A parte, in altro articolo, trattaremo la reazione dei dipendenti. Qui abbiamo elencato, senza errori, i fatti che si sono succeduti.