Casa Circondariale di via Santa Cristina, a Covignano di Rimini protagonista della seconda edizione di “Celle aperte”, l’iniziativa proposta dal cappellano don Nevio Faitanini e resa possibile dalla disponibilità della direzione, rappresentata della dottoressa Carmela De Lorenzo, e del commissario capo Aurelia Panzeca, in virtù anche del buon successo della prima edizione che si è svolta con le stesse modalità nel mese di giugno. Questa volta il Magistrato di Sorveglianza di Bologna ha autorizzato l’ingresso nelle sezioni dell’istituto penitenziario a una trentina di persone provenienti da otto differenti realtà volontaristiche, solidali o cooperativistiche del territorio riminese che a vario titolo operano dentro e attorno la Casa circondariale, occupandosi dei temi della legalità e della privazione della libertà.
C’erano rappresentanti delle associazioni Caritas Rimini onlus, Comunione e Liberazione, Papa Giovanni XXIII, della parrocchia San Benedetto di Cattolica, del Centro per le famiglie del Comune e della Diocesi di Rimini, del gruppo di volontari, della Congregazione delle suore missionarie di Cristo: un gruppo eterogeneo di persone di tutte le età e provenienze, alcune in carcere per la prima volta, attirate dall’opportunità di poter trascorrere un’intera giornata all’interno dei “Casetti” fianco a fianco con le persone recluse, con la rara opportunità di avere accesso alle sezioni dove si trovano le celle, vivendo tutti i momenti che scandiscono la giornata-tipo di una persona detenuta. Dall’apertura delle celle del mattino dopo la prima conta alla “chiusura” per il pranzo delle 11.30 (anche se, con l’occasione di questa iniziativa, le celle sono state lasciate volutamente “aperte” per consentire un maggiore contatto e interscambio tra le persone detenute e i volontari in visita), fino alle due ore d’aria dalle 13 alle 15, per terminare con il bilancio condiviso dell’esperienza, che è stato tracciato da detenuti e volontari insieme nella cappella della casa circondariale dalle 15.30 alle 16.30. La giornata si è conclusa con un brindisi – rigorosamente analcolico – per scambiarsi, con l’occasione, non soltanto i ringraziamenti ma anche gli auguri di Natale.