Anche questa è passata sotto silenzio. Da quando Miramare è finita su tutti i telegiornali d’Italia per il doppio stupro di Butungu e compagnia, come per magia, non succede più nulla. Se fosse vero ne saremmo lieti. Ed invece prevalgono l’omertà ed il silenzio. Se non fosse per gli stessi miramaresi, o almeno per qualcuno di loro, che non ubbidiscono ai richiami di chi comanda, si potrebbe quasi gridare al miracolo. Per fortuna però qualcuno denuncia ancora pubblicamente quello che succede. Così proprio da miramaresi al di sopra di ogni sospetto siamo venuti a sapere che venerdì scorso, nello spazio che divide il tardo pomeriggio con la sera, in viale Oliveti nei pressi della stazione, è esplosa una maxi rissa molto violenta tra immigrati probabilmente per il controllo delle sostanze stupefacenti nella zona. In tanti hanno cominciato a darsele davanti alla gente che fuggiva fra spintoni, botte, lanci di biciclette, sottratte al vicino negozio di cicli usati e trasformate in proiettili impropri e pericolosi. Alcuni testimoni hanno riferito che, chiamati i carabinieri, essi sarebbero intervenuti in forze, armi in pugno e al loro arrivo i contendenti si sarebbero disfatti delle sostanze illegali detenute gettandole in gran numero nei cestini.
Fin qui i fatti. Alcune riflessioni. Miramare che non vuol essere “bistrattata” ed “insultata” in pubblico, può però continuare ad essere “insultata” e “bistrattata” da queste bande di nullafacenti che hanno eletto persino il loro centro quale ritrovo di ciondolamento irridente, boutique dello spaccio ed arena per la resa dei conti? Inutile nascondere il capo nella sabbia o far finta di niente o, di più, ascoltare le reprimenda di associazioni e personaggi vicini al sindaco: non si fa così il bene di Miramare. Insomma se mettere dei soggetti in Comune o vicino ad esso voglia dire per una frazione rinunciare a qualunque velleità difensiva, meglio non averli.
In buona sostanza in viale Oliveti tutti i giorni e a tutte le ore (così come accade peraltro al parco Cervi) è possibile assistere allo spettacolo di persone che ciondolano con fare aggressivo in attesa di clienti per lo sballo e sembra tutto normale: lo spaccio, gli sguardi minacciosi ed irridenti verso i più deboli, i complimenti sconvenienti verso le ragazze, sovente accompagnati da gesti espliciti che suscitano l’ilarità dei numerosi astanti (in abiti firmati e cellulari di marca, s’intende), la conquista del territorio senza che nessuno sembri interessato a presidiarlo come meriterebbe. Ma è tutto normale, l’importante è creare una nuova area dove potranno con tranquillità gestire lo spaccio, una sorta di parco dello spaccio, e ci domandiamo: se non ci sono le risorse (o l’interesse) per presidiare un viale di poche centinaia di metri dove si troveranno queste stesse risorse per presidiare chilometri di possibili postriboli e nascondigli?
(La foto pubblicata non si riferisce ai fatti, ma trattasi di foto d’archivio)
Cronaca
10:00 | 09/10/2017 - Rimini