Ad inaugurare il programma di maggio di “Libri da queste parti” che si pone sotto l’insegna della campagna nazionale “Il Maggio dei Libri”, sarà giovedì 4 maggio ore 17.30 nella sala della Cineteca comunale, la figura di Cristina Campo, una delle voci più intense e raffinate della letteratura del Novecento, poetessa, saggista, traduttrice di Simone Weil, Dickinson, Eliot, John Donne, W.C. Williams, Hoffmannsthal e di altri poeti metafisici e mistici. Nel centenario della nascita (era nata a Bologna il 29 aprile 1923, nome all’anagrafe Vittoria Guerrini) la riscopriamo attraverso il volume “Cristina Campo. La Disciplina della Gioia”, a cura di Maria Pertile e Giovanna Scarca, con le Lettere a John Lindsay Opie, a cura di Alessandro Giovanardi, pubblicato dall’editore Pazzini nel 2021. Il libro raccoglie gli atti del Convegno tenuto a Firenze nel 2017 in occasione del quarantesimo della morte (Roma, 1977) e contribuisce a portare a conoscenza del grande pubblico una delle figure più straordinarie del Novecento letterario italiano ed europeo.
Cresciuta in un favorevole e colto milieu borghese, Cristina Campo ebbe una personalità forte e volitiva, sorretta da un corpo di straordinaria eleganza e bellezza, ma fragile perché segnato dalla malattia. Numerose le frequentazioni importanti, legate alle tre città che fanno da sfondo alla sua esistenza: Bologna, Firenze e Roma. Fu tra l’altro, tra il 1959 e il 1977, compagna di vita di Elémire Zolla, celebre studioso e ricercatore di tradizioni mistiche ed esoteriche. Una personalità poliedrica e fuori dall’ordinario, figura preziosa di intellettuale, traduttrice, poetessa e saggista. Il volume ripercorre gli itinerari esistenziali della Campo raccogliendo testimonianze, numerosi contributi critici e un epistolario inedito, attraversando i luoghi che hanno segnato la sua parabola artistica, facendo emergere la intensa vicenda umana della scrittrice e aprendo prospettive nuove di indagine e lettura della sua opera letteraria di altissimo significato, un unicum nel panorama novecentesco non solo italiano. In vita si parlò molto poco di lei. Solo Roberto Calasso, sul Corriere della Sera, ne scrisse un necrologio: “Ha lasciato una traccia di poche pagine imperdonabilmente perfette, del tutto estranee a una società letteraria che non aveva occhi per leggerle. Ma sono pagine che troveranno in futuro i loro lettori – e allora appariranno come una sorpresa davvero sconcertante”. Un’occasione da non perdere per conoscere una voce autorevole e preziosa, affidata alla guida di due dei curatori del libro, tra i suoi maggiori conoscitori: Maria Pertile e Alessandro Giovanardi.
Maria Pertile laureata in Storia della lingua italiana, è dottore di ricerca in Letteratura italiana, con una tesi sull’epistolario inedito di Cristina Campo. Ha compiuto studi in Filologia catalana medievale presso l’Università di Girona. Ha tenuto insegnamenti universitari, conferenze e seminari in Italia e all’estero ed è traduttrice dal catalano e dallo spagnolo. Da circa un ventennio si è concentrata su Cristina Campo, della quale ha pubblicato le lettere a Maria Zambrano, a Remo Fasani e a Ernesto Marchese.
Alessandro Giovanardi, storico e critico d’arte si è formato all’Università di Bologna (Laurea in Filosofia) e in quella di Siena, sede di Arezzo (Master in Estetica e Dottorato in Scienze filosofiche/Scienze del testo). Dal 2006, docente di Arte Sacra e di Iconografia e Iconologia all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Rimini e San Marino-Montefeltro, “Alberto Marvelli”, cura le attività culturali della Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini, dirige la rivista di storia, arte e cultura «Ariminum» ed è direttore del Museo Biblioteca “Francesco Renzi” di San Giovanni in Galilea. I suoi temi riguardano soprattutto il rapporto tra pensiero filosofico e immagine artistica, indagato attraverso le figure di Pavel Florenskij, Vladimiro Zabughin, Cristina Campo ed Elémire Zolla a cui ha dedicato diversi saggi. Tra le sue pubblicazioni Pietas e bellezza. L’arte sacra in Cristina Campo (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2007), John Lindsay Opie. Estetica simbolica ed esperienza del Sacro (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2011), Pensare il confine. Vladimiro Zabughin tra Oriente e Occidente (Edizioni di Storia e Letteratura, Roma, 2021). Ha curato l’antologia di saggi di John Lindsay Opie, Nel mondo delle icone. Dall’India a Bisanzio (Jaca Book, Milano 2014).
Ingresso libero
Info: Biblioteca Gambalunga | tel. 0541.704488 | e-mail: [email protected]
Sarà presente un punto vendita dei libri, con firmacopie al termine della presentazione.
PROSSIMO APPUNTAMENTO
lunedì 8 maggio - Sala della Cineteca - ore 17
Stefano Pivato
Andare per colonie estive, Il Mulino, 2023
in dialogo con Beppe Masetti e Jessica Valentini
con un saluto del Sindaco Jamil Sadegholvaad
La presentazione sarà preceduta dall’inaugurazione (ore 16,30 Galleria dell’Immagine) della mostra: Colonie per l'infanzia sulla Riviera Romagnola. Pedagogia e architettura di regime.
Evento in collaborazione con: Comune di Rimini, Istituto Storico Rimini